A che punto è il processo di digitalizzazione dei comuni italiani

L'anno della pandemia ha spinto in avanti la cosiddetta "maturità digitale" di molti capoluoghi. Ma, in molti casi, l'andamento è troppo lento

22/06/2021 di Enzo Boldi

Quarantanove su 110. Non è il voto finale di Laurea, ma il numero di capoluoghi italiani che hanno raggiunto la cosiddetta “maturità digitale”. Un dato che mostra un evidente crescita rispetto allo scorso anno, con 14 comuni che si sono andati ad aggiungere ai 35 che già negli anni precedenti avevano raggiunto uno standard sufficiente per quel che riguarda la digitalizzazione della pubblica amministrazione.

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In attesa di conoscere gli effetti del percorso “promesso” dal governo Draghi con la nomina di Vittorio Colao come Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, i capoluoghi italiani hanno registrato un notevole aumento in questa speciale classificazione inserita all’interno dell’ultimo report – dal titolo “Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo” – realizzato da FPA per Dedagroup Public Services e presentata al Forum PA di oggi, facendo riferimento ai dati raccolti tra aprile e maggio.

«Sono 49 le città italiane che nel 2021 hanno raggiunto un livello elevato di maturità digitale (14 in più rispetto al 2020), 38 si attestano nella fascia intermedia (+1) e solo 23, contro i 37 dello scorso anno, si collocano nella fascia più bassa evidenziando così il generale trend positivo».

Numeri positivi che coinvolgono moltissime città. Ad aver raggiunto, da tempo, la maturità digitale – con standard molto elevati – troviamo città come BolognaFirenzeMilanoRomaModenaPisa e Cesena. Questi sette capoluoghi hanno ottenuto una valutazione più alta nei tre fattori che hanno contraddistinto questa indagine: Digital public services, Digital PA e Digital Openness.

Maturità digitale, a che punto sono i comuni italiani

La crescita della digitalizzazione nel nostro Paese, però, continua a non essere uniforme. La problematica più evidente riguarda l’integrazione dei tra i servizi digitali offerti dalle varie pubbliche amministrazioni e quei sistemi abilitanti (come PagoPa e Spid, l’identità digitale). Un divario tra le esigenze dei cittadini, l’innovazione tecnologica e la transizione digitale colmato solamente in alcune occasione, a anche grazie – o, per meglio dire, “a causa” – della pandemia che ha portato a un’inevitabile accelerazione di questo processo.

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