Maturità, se entro il 17 maggio non si rientra no agli scritti, solo un maxicolloquio
01/04/2020 di Ilaria Roncone
Al ministero dell’Istruzione si stanno passando al vaglio le varie possibilità, con una maturità a cui viene data forma in base alla data di rientro a scuola. Data di rientro che ancora non c’è. E si dà il via alle ipotesi. Il ministero sta cominciando a dare forma al decreto che stabilirà come andrà la maturità 2020, quella che passerà alla storia per essere la maturità nell’anno della pandemia da coronavirus. L’urgenza è una: mettere al sicuro maturità e terza media.
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Maturità 2020, tutti promossi ma no al 6 politico
Il ministero è al lavoro per mettere ordine rispetto a «una situazione senza precedenti», come l’hanno definita dirigenti e funzionari dell’Istruzione. Cosa sappiamo finora? Che nessuno studente verrà bocciato, ma nemmeno verrà assegnato un 6 politico per decreto ministeriale. Lo scopo è quello di promuovere nonostante i debiti in una o più materie (con voto 4 o 5 nel primo quadrimestre, per intenderci). I 460 mila studenti chiamati a sostenere la maturità affronteranno un esame di stato semplificato radicalmente, considerati gli scenari che abbiamo davanti. La data in cui si avrà certezza dell’entità dell’intervento è il 15 aprile, dopo il rientro dalle vacanze di Pasqua.
Prima ipotesi: rientro il 6-8 maggio
Tra le ipotesi rimaste ce ne sono due. In caso di rientro a scuola entro il 6-8 maggio – per ora ritenuta «remota» – alla maturità verranno ammessi tutti e non ci saranno bocciati. In questo caso, con la possibilità di fare almeno quattro settimane di lezione, si potrebbero mettere in salvo sia la prima prova che la seconda prova. Il tutto, ovviamente, tenendo ben presente che il programma del secondo quadrimestre è stato solo parzialmente svolto tramite video lezioni quando si formuleranno le tracce. Difficile da gestire ancora più della prima sarebbe la seconda prova, che dovrebbe essere unica e omogenea ma che, per natura, si differenzia in base all’indirizzo solitamente. Le tracce sarebbero da proporre dalle singole commissioni, diverse in ogni classe d’Italia. A fine giugno si terrebbe l’orale.
Seconda ipotesi: non si torna più sui banchi
La seconda ipotesi, quella più probabile, è che non si riuscirà a garantire un rientro sicuro agli studenti entro il 17 maggio. Questa è la data limite entro la quale, se non ci saranno notizie certe sul rientro, gli studenti avranno terminato l’anno scolastico chi il 20 febbraio (Codogno), chi il 5 marzo. Lo scenario apocalittico si è già verificato in precedenza per i ragazzi che hanno dovuto sostenere la maturità all’Aquila nel 2009 e in provincia di Modena nel 2012. In questo caso tutti verranno ammessi ma non ci saranno gli scritti del 17 e 18 giugno. Per «ragioni sanitarie» la maturità sarà un colloquio lungo, di almeno un’ora, con esercizi matematici o traduzioni a seconda dell’indirizzo. Il colloquio potrebbe valere, da solo, 60 punti su 100. Il colloqui potrebbe avvenire in sicurezza con convocazioni singole senza testimoni. Rimane aperta la possibilità di un colloquio a distanza. Le stesse regole varranno anche per l’esame di terza media.
(Immagine copertina da Pixabay)