Matteo Salvini, il ministro dell’Interno che non frequenta Viminale e Parlamento

13/03/2019 di Enzo Boldi

Le assenze che fanno rumore. Sono quelle di Matteo Salvini che dal giorno del suo insediamento al ministero dell’Interno ha passato pochissimi giorni all’Interno delle mura del Viminale. Ancor meno le ore conteggiate all’interno del Parlamento italiano, tra Montecitorio e Palazzo Madama. Guardando i suoi social, però, si capiscono tutti ‘i suoi maledettissimi impegni’ – citando una canzone di Max Gazzè – in giro per il Paese. Alcune volte in missione nelle vesti – anzi, nelle divise – di capo del dicastero; molte altre per fare campagna elettorale.

Come riporta il Dataroom di Milena Gabanelli su Il Corriere della Sera, citando i numeri ufficiali delle presenze in Parlamento di Matteo Salvini, il leader della Lega è stato presente solamente a 57 sulle 3286 votazioni in Aula. Una cifra che, percentualmente, indica come l’incidenza del ministro dell’Interno nelle fasi cruciali di un governo si sia attestata all’1,73%. I dati sono stati pubblicati dal sito Openpolis che monitora quotidianamente le attività di senatori e deputati. E, è giusto ricordarlo, Matteo Salvini è stato eletto in questa legislatura a Palazzo Madama, come rappresentante della circoscrizione Calabria.

Tutte le assenze di Matteo Salvini tra Parlamento e Viminale

Un discorso molti simile si può affrontare parlando delle sue presenza, anzi assenze, al Viminale. «Dal giorno del suo insediamento fino a fine febbraio 2019, sia stato presente al Viminale sì e no una decina di giorni al mese (a luglio e ottobre), calando fino a cinque in dicembre. Persino ad agosto, storicamente presidiato dal ministro dell’Interno non per un’antica tradizione rituale tipo la cerimonia della consegna del Ventaglio a Montecitorio, ma perché lo Stato vuole affermare la sua presenza sul territorio anche quando gli italiani sono in ferie, l’instancabile Matteo risulta essere stato sul ponte di comando non più di cinque giorni».

E anche in termini di produttività l’impatto mediatico quotidiano di Matteo Salvini viene sotterrato dai fatti. «In 9 mesi di governo ha promosso come primo firmatario 2 leggi (il Decreto Sicurezza e la cessione unità navali alla Libia), ha risposto a 4 question time, fatto una comunicazione al Parlamento ed è intervenuto in tre commissioni – scrivono Milena Gabanelli e Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera -. E il resto? Uno sproposito di missioni: 97,75%». Viaggi che a volte hanno toccato temi caldi della cronaca italiana, altri per puro diletto personale.

Sempre in giro per ‘missioni’ e propaganda elettorale

Il resto è tutta campagna elettorale. Come accaduto per l’Abruzzo, la Sardegna e ora la Basilicata, Matteo Salvini si è sempre concesso lunghe trasferte per tirare le volate ai vari candidati (sempre vincenti) della coalizione di Centrodestra. Il tutto con la scorta, con le auto blu e con i voli di Stato. Tutto legittimo dato che il Ministro dell’Interno è tra i soggetti più a rischio di un governo, ma senza alcuna sobrietà, come dimostrano i suoi profili social.

(foto di copertina:  ANSA/TONY VECE)

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