Matteo Salvini apre i porti, ma solo ai ricchi
28/02/2019 di Enzo Boldi
Il made in Italy, i ricchi stranieri e i migranti. Tre aspetti della stessa questione che mettono in luce l’atteggiamento di Matteo Salvini nei confronti della questione ‘porti aperti’ e ‘porti chiusi’. Il ministro dell’Interno ha parlato questa mattina nella sede Fincantieri di Monfalcone (in provincia di Gorizia, in Friuli-Venezia Giulia), aprendo le porte – anzi i porti – a tutti gli investitori stranieri. No ai poveri, ai bisognosi, a chi fugge dalla guerra e dalla povertà; sì a chi porta soldi perché, come dicevano i latini, ‘pecunia non olet’.
«Ringrazio gli investitori che hanno fatto una scelta diversa rispetto ad altri tipi di investitori, venendo a dare lavoro in Italia a portare ricchezza in Italia e a portare il marchio italiano negli altri Paesi del mondo – ha detto Matteo Salvini in occasione della cerimonia di consegna della nave realizzata da Fincantieri Costa Venezia oggi a Monfalcone -. Questi sono gli investimenti stranieri per cui i porti italiani sono apertissimi». I soldi muovono il mondo e ci si fa scudo parlando del Made in Italy.
Matteo Salvini: «Porti aperti agli stranieri che investono»
E c’è spazio anche per il lontano Oriente che, come testimonia anche il recente rapporto sull’agromafia e i prodotti contraffatti in giro per il mondo, non è esente da responsabilità per l’esportazione di prodotti di qualità che scimmiottano cibi e alimenti tipicamente italiani. Ma, anche in questo caso, l’odore dei soldi copre tutto. «Il business cinese, è assolutamente da considerare, ne sappiamo qualcosa anche per quello che riguarda il porto di Trieste e i suoi dintorni».
La propaganda sulla pelle dei migranti
Il soldo che move il sol e apre i porti. Le frontiere, quindi, restano aperte – come di fatto i porti, dato che non c’è mai stato alcun decreto di chiusura firmato dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, unico che può prendere una decisione simile ed emanare il provvedimento, nonostante gli hashtag propagandistici che raccontano una realtà irreale – a chi porta soldi. Perché i ricchi vanno osannati e tutelati, mentre i poveri possono anche rimanere a morire nei loro Paesi, lontano dalle tavole imbandite.
(foto di copertina: ANSA/FABIO MURRU)