Matteo Salvini da Lilli Gruber: «Mi sarei aspettata un mazzo di fiori»

Alla fine, Matteo Salvini da Lilli Gruber ci è andato. Dopo il botta e risposta dei giorni scorsi, in cui il vicepremier diceva di non averne voglia e la giornalista rispondeva che poteva anche restare al Viminale, l’incontro nel salotto televisivo di Otto e Mezzo c’è stato, e non senza esclusioni di colpi.

Matteo Salvini da Lilli Gruber: «Mi sarei aspettata un mazzo di fiori»

In apertura, i due si scambiano una serie di battute. Ad aprire è Lilli Gruber definendo le parole pronunciate da Matteo Salvini «non educate». «Mi sarei aspettata da lei, almeno – ha sottolineato – almeno un mazzo di fiori». Matteo Salvini non si fa però cogliere impreparato: «Le voglio un sacco di bene anche se ho poco tempo per guardare la tv e una trasmissione come questa che, comunque, reputo assolutamente equilibrata» ha risposto tra il serio ed il faceto. Allora la giornalista ha incalzato il vicepremier sul fatto che avesse assunto toni non adatti e poco signorili, ma Salvini ha detto che «mi pagano per essere ministro dell’Interno, non per essere educato…». Arginate le schermaglie i due hanno continuato la trasmissione parlando dei temi di attualità, ma le rose son tornate in chiusura. «Allora, ministro, potrò ricevere da lei questi fiori?» ha chiesto Lilli Gruber al ministro che, stando al gioco, ha rilanciato: «Le manderò non uno ma due mazzi di fiori».

Matteo Salvini su Casalbruciatio: «Andrò quando la situazione sarà calma, prima gli italiani»

Messe da parte le querelle personali, e una veloce diatribe sulle dichiarazioni contro Fabio Fazio e la Rai, Matteo Salvini ha risposto alle domande della conduttrice e del giornalista Alessandro De Angelis sui temi di attualità, a cominciare dalle contestazioni di Casapound a CasalBruciato. «Nelle città governate dai sindaci della Lega la precedenza nelle assegnazioni va a chi risiede lì da anni, prima gli italiani è un principio di civiltà» ha detto Matteo Salvini in linea con le dichiarazioni rilasciate in giornata. Il vicepremier ha chiarito però che «a Casalbruciato andrò quando la situazione si sarà calmata, sennò qualcuno è già pronto a scrivere che vado a gettare benzina sul fuoco».

«Sulla droga potrei mandare il governo a casa»

Nella giornata odierna Matteo Salvini si è anche esposto chiedendo la chiusura degli shop legali di cannabis, e al tavolo di Otto e Mezzo rilancia sul tema, arrivando a dire che proprio sul tema della droga «sarei pronto a mandare a casa il governo». Il leader del Carroccio su questo punto non è disposto a cedere: «Io con il M5s su questo ci litigo» ha aggiunto, chiarendo di ritenere questo tema ben più degno di difesa di un «sottosegretario» (riferendosi al caso Armando Siri)  «perché qualcuno vorrebbe che lo Stato diventasse spacciatore». «Non esistono droghe depotenziate, esiste la droga che fa male» ha concluso il vicepremier.

Il libro intervista a Matteo Salvini edito da Altaforte

Matteo Salvini si è anche espresso sulla polemica dello stand al Salone del libro di Torino di Altaforte, la casa editrice vicina a Casapound che ha pubblicato il libro-intervista «Io sono Matteo Salvini» che starebbe velocemente scalando le classifiche. «Io faccio l’intervista, prendo zero euro, non so chi è la casa editrice» commenta Matteo Salvini «Non è fuori legge. E allora dove sta il problema?». Quando Lilli Gruber gli mostra l’immagine che lo ritrae con Francesco Polacchi, l’editore di Altaforte, però Matteo Salvini si difende dicendo: «Ma chi lo conosce? Faccio centinaia di foto ogni giorno, non chiedo la carta d’identità alle persone».

(credits imagine di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

 

 

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