Salvini dice di non aver mai avuto l’immunità parlamentare

29/11/2019 di Enzo Boldi

Sulla dialettica Matteo Salvini ci ha costruito una carriera. E usando dei giochi linguistici è riuscito a negare il fatto di aver usufruito dell’immunità parlamentare. Il leader della Lega, rispondendo alle domande dei cronisti sulla querela che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intende sporgere contro di lui per il caso Mes, ha detto che il caso Diciotti non fu una sua scelta autonoma, ma di governo. Per questo motivo il pronunciamento della Giunta per le Immunità del Senato e il voto dell’Aula di Palazzo Madama, secondo lui, non erano rivolti verso di lui, ma verso l’intero Esecutivo. L’esito fu il non luogo a procedere nei confronti dell’allora capo del Viminale.

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«Io non ho mai avuto l’immunità parlamentare – ha detto Matteo Salvini -. Perché il caso Diciotti di cui parla è una scelta politica, mia e di tutto il governo a difesa dei confini. Il mio problema non è la querela, ma il fatto che Conte su Ilva non sa cosa fare, su Alitalia non sa cosa fare, sui trattati europei e sulla manovra non sa cosa fare. Da lui come premier ci aspettiamo soluzioni non querele».

La storia di Matteo Salvini e l’immunità parlamentare

La risposta di Matteo Salvini fa riferimento all’invito che gli ha rivolto Giuseppe Conte – annunciando la sua intenzione di querelarlo per calunnia -, con il Presidente del Consiglio che aveva detto: «A Salvini, se è un uomo d’onore, dico questo: vada in Procura a fare un esposto. Io non ho l’immunità, lui ce l’ha, ne ha approfittato per la Diciotti, lo querelerò per calunnia e lo invito a non approfittarne più».

Il quesito di Rousseau e le memorie difensive di Conte, Di Maio e Toninelli

Lo scontro è acceso, ma occorre fare un po’ di ordine su questa vicenda dell’immunità parlamentare. Per il caso Diciotti Matteo Salvini dice una mezza verità. La giunta del Senato, infatti, si era espressa sul mancato sbarco dei migranti soccorsi dalla Guarda Costiera per cui l’allora ministro dell’Interno era stato indagato per sequestro di persona. La linea indicata venne seguita anche dall’Aula di Palazzo Madama. Insomma, l’immunità parlamentare c’è stata e questo è un punto indiscutibile.

A dare un senso alle parole del leader della Lega, però, ci sono state alcune mobilitazioni politiche dell’epoca: si parte dalle memorie difensive presentate dal trio Di Maio-Conte-Toninelli proprio sul caso Diciotti. Testi in cui si auto-accusava (ma solo per scagionare l’ex capo del Viminale) l’intero Esecutivo sottolineando come quella scelta fosse del governo e non del singolo ministro. Altro capitolo, ma è più macchiettistico, è il quesito presentato sulla piattaforma Rousseau dal Movimento Stelle: anche in quel caso si faceva riferimento a una scelta politica. Insomma, Matteo Salvini ha detto una cosa non vera, ma Conte, Di Maio e Toninelli lo hanno legittimato.

(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

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