Salvini: «Se i partigiani fossero vivi, prenderebbero a schiaffoni quelli che scrivono striscioni contro di me»
25/04/2019 di Gianmichele Laino
«Deve passare l’idea che la mafia non vince. È una cosa che mi disgusta, vinceranno i giovani. Ed è mio dovere da ministro dell’Interno liberare il Paese dai nuovi occupanti: tra i tanti, ci sono mafia, camorra e ‘ndrangheta» – sono queste le parole di Matteo Salvini a Corleone. Ovviamente, si tratta del suo discorso introduttivo. Il problema si presenta quando arrivano le domande dei giornalisti sul 25 aprile.
Il 25 aprile di Matteo Salvini
La prima domanda è: «Pensa che l’antifascismo sia un valore per il nostro Paese?». Risposta: «Sì, andiamo avanti». La seconda domanda è su Luigi Di Maio che dice che la mafia si combatte ogni giorno e non soltanto il 25 aprile. Risposta: «Va bene». Rendendosi conto che la conferenza stampa non potrebbe andare avanti così, con questo fuoco di fila di domande e risposte, si trincera dietro al commento: «Resto zen».
Rivendica la bontà della sua scelta di visitare Corleone proprio nel giorno della Festa della Liberazione: «Ho fatto bene a venire a Corleone – ha detto -. Avrei potute fare scelte più comode ma un ministro va dove c’è più bisogno». Dal momento che le domande sull’antifascismo continuavano – Salvini dà la stessa risposta di ieri a chi gli chiedeva dello striscione inneggiante a Mussolini esposto a Milano, a pochi passi da Piazzale Loreto, da alcuni ultrà – il ministro dell’Interno ha voluto chiarire una cosa.
La considerazione di Salvini sui partigiani
«Questa mattina mi sono svegliato con quattro striscioni con minacce di morte da parte dei centri sociali – dice Salvini – sono convinto che se i partigiani li vedessero prenderebbero a schiaffoni quelli che usano questi toni violenti». Infine chiude con quella che lui chiama ‘una notizia esclusiva’: «Voglio liberare l’Italia da tutti gli estremismi. Dal fascismo, dal comunismo, da ogni estremismo: vi do una notizia esclusiva, non torneranno più».
Poi, ironizzando con un collega tedesco che gli aveva fatto una domanda sull’Olocausto, Salvini chiude: «Se non ci sono altre domande sui gulag, possiamo chiuderla qui».