L’innovativa proposta di Salvini: chiedere i soldi agli italiani per far ripartire il Paese | VIDEO

08/04/2020 di Enzo Boldi

No agli ‘aiuti’ che provengono a di là dei confini. Matteo Salvini, come fa da giorni, prosegue la sua battaglia contro il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità), criticato da molte personalità all’interno del governo. La posizione del leader della Lega, però, è ancor più di chiusura perché vorrebbe che i soldi per la ripartenza dell’Italia alla fine di questa grave emergenza sanitaria (ed economica) arrivassero direttamente dalle tasche degli italiani. Ovviamente non parla di patrimoniale – anche perché smentirebbe tutte le sue battaglie elettorali sulle tasse -, ma di buoni del Tesoro acquistabili solo dai nostri cittadini.

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Insomma, il debito italiano pagato dagli italiani. Lo ha detto Matteo Salvini nel corso del suo intervento a Di Martedì, su La7: «Io, fossi al governo, chiederei agli italiani i soldi per far ripartire il Paese. Non credo a strumenti come il Mes di cui, ahimè, anche oggi (ieri, ndr) a Berlino e Bruxelles si sta parlando. Perché sarebbe un debito sulle spalle dei nostri figli e significherebbe patrimoniale e lavoro ancor più precario». Insomma, no al Meccanismo di Stabilità perché creerebbe ulteriore debito. La soluzione, coprire il debito attraverso buoni del Tesoro che, inevitabilmente, creano ulteriore debito dello Stato nei confronti dei cittadini.

Matteo Salvini, il no al Mes e i soldi da chiedere agli italiani

«Emissione straordinaria di buoni del tesoro per gli italiani, cittadini, investitori e imprenditori – ha proseguito Matteo Salvini-. Garantiti dal governo e dalla Banca Centrale Europea in modo tale che il debito italiano per fare strade, autostrade, ospedali e caserme nuove sia in mano a cittadini italiani con condizioni fiscali vantaggiose». Una strategia che, però, non tiene conto della situazione nel nostro Paese dove il debito pubblico (e no, non quello nei confronti dell’Europa) è alle stelle e con le imprese che vantano ancora enormi crediti nei confronti dello Stato.

Il populismo che ha il sapore della patrimoniale

Perché quel che Matteo Salvini non dice è il dopo. Dopo che sono stati emessi – ed eventualmente comprati – questi buoni del Tesoro, qualcuno dovrà pur ripagare chi ha investito. E qualora le casse dello Stato non fossero così floride (e sembrano non esserci speranze in questa direzione) allora arriverebbe il turno della patrimoniale. La proposta, dunque, non è per nulla strutturata.

(foto di copertina: da Di Martedì, La7)

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