La meravigliosa diretta di Salvini che dimostra di non aver capito nulla sul centro all’Aurelia
22/02/2018 di Stefania Carboni
Stamane il leader della Lega Matteo Salvini è andato al centro di accoglienza di Largo Perassi, in zona Aurelia a Roma, dove stamattina gli ospiti si sono barricati all’interno per protestare contro la mancata erogazione del money pocket.
Salvini ci ha fatto ovviamente una diretta Facebook sopra con tanto di critiche verso i manifestanti. “Roma, questo era un albergo, che ospita cosiddetti profughi. Protesta per il pocket money, la solita storia, immigrati che protestano, vogliono più soldi! Guardate dove stanno, un parco a disposizione, con tanto di pecore e capre. Non so quanti di voi che ci guardate da casa abbiano qualcosa del genere“. Peccato però che se non sono erogati i soldi che spettano a ciascun ospite, ogni giorno, le capre e le pecore diventano utili fino a un certo punto.
Secondo Salvini gli ospiti vogliono più soldi. In realtà le cose stanno diversamente. Ai ragazzi non arriverebbero due euro al giorno con cui ricaricano abitualmente la scheda telefonica. Una scheda che usano per sentire parenti e amici magari lontani. Ed è difficile ottenere questi soldi se non si ha un lavoro, impiego che non si può avere con quello status. Almeno non in nero. Non solo, in base a quanto sta emergendo sui vari giornali, i migranti non ricevono quella minima cifra giornaliera da gennaio.
La cifra di 35 euro è infatti la stima media di quanto lo Stato italiano eroga, anche attraverso fondi europei, per il sostentamento giornaliero di un ospite in un centro di accoglienza. Si tratta di una cifra che comprende vitto, alloggio, pulizia degli stabili, gli stipendi del personale. Il resto, quello che rimane, viene dato al migrante: si va da una cifra sui 2,50 euro al giorno che spesso scende anche a un euro.
Quindi immaginate 200 persone barricate dentro una struttura, le forze dell’ordine sul posto e in mezzo Salvini con il suo cellulare. Immaginate anche l’animo di chi lavora al centro ogni giorno, deve rimediare a una situazione non proprio tranquilla e si ritrova un politico che in quel momento fa il cittadino giornalista / il candidato in campagna elettorale.
“Siccome pagano gli italiani hanno diritto di sapere cosa succede qua dentro – ha risposto Salvini a un volontario della cooperativa che gestisce il centro che gli diceva ‘Fuori Salvini’ -. In quota parte pago anch’io. Quindi sto qua. Invece di dire grazie questi dicono più soldi. Vi pare normale? Lo dico a chi pensa di non votare il 4 marzo. E avallano queste scelte. Vogliono i soldi in contanti questi, ma uno i soldi in contanti se li guadagna lavorando“.
“Non vedo l’ora di fare il ministro degli Interni“, ha detto infine il leader della Lega. “Invece di ospitare italiani in difficoltà sta ospitando aspiranti profughi. Non facciamo le pecore il 4 marzo…Penso che i soldi si possano spendere meglio e l’integrazione farla in un altro modo“.
Operatrice: “Vergognati”
Salvini: “Quanto venite pagati?” (operatori)
Operatori: “Poco”
Salvini: “Pago e devo anche vergognarmi? Vergognatevi voi”
Intanto Salvini qualcuno lo paga, per il suo stipendio da europarlamentare. Altro che ricarica telefonica.