Lo stile diverso con cui si visitano due città simbolo dell’emergenza coronavirus

Cosa hanno in comune la visita di Sergio Mattarella a Bergamo e di Matteo Salvini a Codogno? Nulla, se non il fatto di essere avvenute nello stesso giorno, in due epicentri dell’emergenza coronavirus. Basta commentare l’immagine in copertina per capire la differenza di stile e di comunicazione. Nel senso: si può benissimo andare a portare la propria solidarietà a una città che ha vissuto una tragedia umana, anche senza fare la figura di chi voglia per forza speculare nei consensi.

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Mattarella a Bergamo e Salvini a Codogno, due stili diversi

Mattarella, tono istituzionale composto, ha deposto una corona di fiori in memoria delle vittime della città di questi ultimi quattro mesi. Ha ascoltato il Requiem di Donizelli. Ha pronunciato un breve discorso in cui ha ricordato come l’Italia si senta vicina a questi territori così colpiti dall’emergenza. «La strada della ripartenza è stretta e in salita – ha detto il presidente -. Va percorsa con coraggio e determinazione, con tenacia, con ostinazione, con spirito di sacrificio. Sono le doti di questa terra, che oggi parlano a tutta Italia per dire che insieme possiamo guardare con fiducia al futuro».

Salvini, al contrario, ha mantenuto per tutta la durata della visita il tono informale che lo contraddistingue: ha scattato selfie (alcuni con la mascherina abbassata, gesto ancora più forte se si pensa che Codogno è stato il primo comune italiano ad accorgersi di casi autoctoni), ha ricevuto regali da persone sconosciute, ha stretto mani. Ha usato la strategia del contatto fisico che il leader della Lega tanto spesso rivendica. Poi, ha attaccato gli avversari politici e soltanto in pochi frangenti ha pronunciato la parola rispetto per i defunti.

Mattarella a Bergamo nel silenzio, Salvini a Codogno tra i selfie

Ma una visita a un’area in emergenza non può mai essere un trampolino di lancio per ottenere consensi elettorali. Eppure, la visita a Codogno di Salvini è stata collocata proprio all’inizio della sua campagna elettorale per le elezioni regionali d’autunno che – al di là delle singole realtà locali impegnate nella competizione – sono un vero e proprio test nazionale per il governo.

La visita in un’area di emergenza dovrebbe essere composta e silenziosa. Con le parole ridotte al minimo per lasciare spazio ai silenzi e al rispetto. Non con questa dipendenza da selfie, che sostituisce l’omaggio composto.

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