Così scompare la spiaggia del “Postino”, ultimo capolavoro di Massimo Troisi
04/06/2019 di Alessandra Delzotto
Sopra quei ciottoli hanno camminato fianco a fianco Massimo Troisi e Philippe Noiret, il postino e il poeta del film diretto da Michael Radford, che di fronte a un mare color cobalto suggellano un’amicizia accomunata dalla fede politica e dall’amore per la poesia. È la spiaggia di Pollara, nel comune di Malfa, a Salina, nelle Eolie, diventata famosa come la spiaggia de “Il Postino” dall’ultimo film girato da Troisi prima di morire. Un gioiello che oggi rischia di sparire per sempre.
L’erosione costiera minaccia la spiaggia di Massimo Troisi
A 25 anni dalla scomparsa del grande attore e regista di San Giorgio a Cremano, della spiaggia di Pollara non restano che pochi metri di arenile. Quando il film premio Oscar venne girato, il lido si estendeva in larghezza per circa dieci metri mentre oggi non resta che un’esigua lingua terra. La colpa? Per lo più dell’uomo, che fin troppo spesso mostra di non saper preservare ciò Madre Natura gli ha donato.
La causa della scomparsa della spiaggia è stata individuata da tempo. Si chiama erosione costiera e da anni è una minaccia che accomuna gran parte delle Eolie. In assenza di opere ad hoc e interventi mirati, l’arenile rappresenta l’unico baluardo a difesa delle coste ed è la prima vittima di fronte all’avanzamento del mare. Nelle isole patrimonio Unesco i progetti per scongiurare questo rischio non mancano, così come i finanziamenti. Ma tra lungaggini burocratiche e patto di stabilità, i lavori per la messa in sicurezza delle coste sono rimasti bloccati per anni.
Da anni si attende lo sblocco dei finanziamenti per salvare la spiaggia di Massimo Troisi
La spiaggia di Pollara, come molte altre, attende da tempo che chi ha il potere (e il dovere) di sbloccare i finanziamenti fondamentali alla sua sopravvivenza si decida a farlo. Il progetto per il recupero del lido e la messa in sicurezza della scogliera che la sovrasta è stato presentato anni fa e i suoi costi si aggirano intorno ai quattro milioni di euro. Ma passare dalle parole ai fatti sembra operazione ardua. E tra le istituzioni tutto tace.
Ad aggravare la situazione è poi, suo malgrado, la stessa fama della spiaggia del postino. Nonostante l’esistenza di un’apposita ordinanza della Capitaneria di Porto di Lipari, infatti, sono ancora centinaia le barche che, soprattutto nei mesi estivi, transitano a pochi metri dalla battigia. Le eliche dei natanti continuano in questo modo a risucchiare porzioni di sabbia sottraendoli alla spiaggia, accelerando l’erosione.
In mancanza di provvedimenti adeguati – e immediati – questo gioiello del mar Tirreno rischia di sparire per sempre, insieme alla poesia che ispirò l’opera ultima di Massimo Troisi. Perché, come spiegava giustamente Noiret-Neruda: «Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l’esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla».