Massimo Galli spiega perché non si possono minimizzare i nuovi casi Covid | VIDEO
Il professore sottolinea come il numero dei tamponi in aumento sia una cosa buona e come chi utilizza questo dato per sminuire la pericolosità non abbia capito nulla delle dinamiche di un virus
09/10/2020 di Enzo Boldi
Dopo l’accesa discussione con Nicola Porro a Stasera Italia, Massimo Galli è tornato a parlare della situazione Covid in Italia. Lo ha fatto giovedì sera in collegamento con Piazzapulita (La7), spiegando come il semi-negazionismo portato avanti da chi sostiene che la pericolosità del Coronavirus sia una montatura provocata dall’aumento dei tamponi sia del tutto fuori luogo. Perché se è vero che il rapporto casi-testati/positivi sia diminuito rispetto ai mesi di marzo e aprile, è vero anche anche che questo sia solo l’effetto di un Paese più pronto a individuare e tracciare i contagi.
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«Avevamo preoccupazioni e abbiamo deciso e subito un lockdown pesante per quanto poteva essere alto il rischio di infezioni in alcune aree del centro e del Meridione – ha detto Massimo Galli a Piazzapulita -. E adesso, dopo il rimescolamento estivo delle carte, abbiamo dei problemi emergenti al Sud e in giro per l’Italia. Stiamo attenti».
Massimo Galli e la situazione Covid in Italia
E alla domanda di Corrado Formigli sulla letalità inferiore del virus, il professore Galli spiega bene cosa sta accadendo ora nel nostro Paese: «Santo cielo, abbiamo più volte dovuto dire che nella prima grande ondata, e che spero possa essere chiamata la grande ondata senza dire che è la prima, noi potevamo tamponi solamente a quelli gravemente malati. E quelli gravemente malati avevano anche, ovviamente, un tasso di letalità elevato, con un numero di morti importante. Adesso si stanno facendo test con il tentativo di individuare, seguire e tracciare dei nuovi focolai e di bloccare le cose per tempo. Ciò vuol dire che stiamo vedendo non soltanto i gravemente malati, ma anche quel 95% delle persone che si infettano e che non hanno una grave malattia. O che, addirittura, nel loro ambito quel 30-40% di asintomatici».
La situazione nei reparti ospedalieri
«Quindi se fai i conti su quelli che muoiono e che non muoiono, che sono gravi e che non sono gravi è chiaro che in confronto la realtà è diversa. Però già farsi un giretto nel mio reparto e in molti reparti di tutta Italia in questi giorni ci fa percepire dei segni di ripresa che non avremmo voluto mai più vedere. E ci fa vedere dei pazienti che sono pazienti impegnati, e non all’acqua di rose – conclude Galli -. Anche se, fortunatamente, molti dei più anziani hanno trovato modo di tenersi alla lontana del virus. Anche se qualcuno si è visto portare il virus in casa dai parenti».
(foto di copertina: da Piazzapulita, La7)