Oggi Massimo Carminati uscirà dal carcere di Oristano

16/06/2020 di Redazione

Massimo Carminati, dopo una condanna in appello a 14 anni e 6 mesi con 3 anni di libertà vigilata, è uscito dal carcere di Oristano dove era detenuto dopo soli 5 anni e 7 mesi di detenzione. La decisione è stata accolta dal Tribunale delle Libertà, su ricorso degli avvocati di Carminati, che avevano protestato in seguito alla decorrenza dei termini utili per la ridefinizione della pena.

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Massimo Carminati è tornato libero: fuori dal carcere di Oristano

La decisione di oggi è figlia di un pronunciamento della suprema corte di Cassazione dell’ottobre del 2019. In seguito a quella sentenza, infatti, la Corte aveva annullato l’aggravante mafiosa a carico degli imputati, e le associazioni di Salvatore Buzzi e Carminati erano state considerati semplici e non legate alla criminalità organizzata di stampo mafioso.

Per questo, nel processo Mondo di Mezzo, sarebbe stato necessario ridefinire le pene per 24 dei 32 condannati, compreso, appunto, Massimo Carminati. La scadenza dei termini per la ridefinizione della stessa pena ha comportato la sua istanza di scarcerazione che, da oggi, diventerà esecutiva. In attesa, ovviamente, di un secondo processo d’Appello che, tuttavia, non ha ancora un orizzonte temporale per poter essere celebrato.

Massimo Carminati, il parallelo con Salvatore Buzzi

Lo spettro che il caso della cosiddetta ‘Mafia Capitale’ (titolo che, ormai, vale soltanto dal punto di vista giornalistico e che la Cassazione ha svuotato del suo significato intrinseco) resti in qualche modo in sospeso appare oggi ancora più evidente. Un discorso analogo era stato fatto per l’altro grande imputato del processo, Salvatore Buzzi. Quest’ultimo, dopo la sentenza della Cassazione, aveva ottenuto il ritorno al regime degli arresti domiciliari, nonostante una precedente istanza fosse stata rigettata. Nelle motivazioni della concessione dei domiciliari, il fatto che i cinque anni trascorsi in carcere potessero aver attenuato la possibilità di reiterare i reati precedentemente contestati.

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