«Una volta che indossiamo la mascherina non possiamo né bere né mangiare perché non abbiamo il cambio» | VIDEO

20/03/2020 di Enzo Boldi

Un racconto straziante di chi lavora quotidianamente a contatto con l’emergenza e, durante la propria giornata, deve fare il conto anche con i carenti dispositivi di sicurezza personale. Quella barriera tra loro e il Coronavirus. Giovedì sera Piazzapulita (su La7) ha esordito con un servizio dall’Ospedale di Treviglio (in provincia di Bergamo) che è stato un vero e proprio pugno nello stomaco. I racconti del personale sanitario, le immagini dei loro volti distrutti dalla fatica e il loro continuo lavoro nel tentativo di salvare vite in una delle zone più colpite dal Covid-19. Molti gli aspetti da approfondire, a partire dal tema delle mascherine.

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Durante i 10 minuti (e poco più) del racconto andato in onda su Piazzapulita, compare il volto di un operatore sanitario che lavora proprio nella struttura di Treviglio. L’uomo indossa una delle mascherine fp2 di protezione e racconta di come trascorrano le giornate nel nosocomio, tra il suono continuo delle ambulanze che arrivano senza soluzione di continuità e le persone che giungono lì in gravi condizioni.

Il racconto dall’Ospedale di Treviglio

Un servizio da vedere tutto di un fiato. Ma la nostra attenzione va intorno al minuto 6′ e 40”, quando compare sullo schermo il volto di un uomo che racconta: «Continuano ad arrivare ambulanze, continuano a star male persone. Tenete conto che una volta che indossiamo la mascherina fp2, non abbiamo più la possibilità né di bere né di mangiare perché non abbiamo il cambio e sono dei presidi, purtroppo, contati. State a casa, non uscite e cercate di aiutarci in questo modo. Siamo tutti allo stremo delle nostre forze».

Le mascherine contate

Perché se le mascherine non si trovano in farmacia, sono poche – molto, troppo poche – anche per chi lavora a stretto contatto con i malati ogni giorno. La Regione Lombardia ha annunciato di aver stipulato un contratto con la Giordania per 8 milioni di mascherine. La Farnesina ha fatto lo stesso con la Cina per 100 milioni di pezzi. Ma fino a che non arriveranno in Italia, continuerà anche questa emergenza parallela che mette a rischio anche la salute, e la vita, di chi ci cura.

(foto di copertina: da Piazzapulita, La7)

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