Storie tristi di Resistenza, il partigiano Di Maio invitato a Roma a un convegno a cui non partecipa nessuno

L’emblema della perdita di valori che l’anniversario della Liberazione d’Italia dovrebbe avere. Un 25 aprile svuotato di qualsiasi significato da parte di chi nemmeno ricorda più perché questo giorno sia un festivo. Così, a Roma – nel Municipio XI amministrato dal Movimento 5 Stelle – il partigiano Mario Di Maio, 92 anni, è stato sottoposto a una vera e propria umiliazione. Un’umiliazione che è anche un po’ la nostra. Invitato a un convegno sulla Resistenza, si è presentato nella sala consiliare da 200 posti e l’ha trovata vuota.

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La poesia del partigiano Mario Di Maio nella sala vuota del Municipio XI

Nessuna scolaresca, nessun ospite esterno. Soltanto l’eco delle sue parole, le sedie e l’assessore alla Scuola Maria Rosaria Porfido e la sua segretaria. Mario Di Maio, però, non si è scoraggiato. È salito comunque verso il leggio e, con la voce rotta dalla commozione e anche un po’ alterata da una indignazione che ha saputo mascherare benissimo, ha recitato i versi della sua poesia.

«Sonano le sirene, che dolore / Ognuno s’arifugia in un portone / Tra qualche istante senti già sparare / E qualche bomba cade a precisione / Dopo tre ore di bombardamento da quegli infami degli americani / Uscimo tutti quanti dalle tane e verso casa corremo a guardà / Dio, che macello / Quando arrivo a San Lorenzo bello / Non c’era più un palazzo pe guardallo / Tra le rovine tutta la gente grida / Chi cerca il padre e il figlio / Chi cerca la famiglia»

Il mea culpa dell’assessore M5S sulla storia di Mario Di Maio al Municipio XI

Poi, ha salutato ed è andato via. Fa mea culpa l’assessore alla Scuola Porfido, che ora viene messa sotto accusa dalla minoranza, ma anche da parte della sua maggioranza pentastellata: «Forse avrei dovuto far di più per prevedere intoppi e problematiche – ha detto alla cronista di Repubblica Valentina Lupia -. Sono state le scuole le grandi assenti in questa giornata, hanno perso una grande occasione».

Non serba rancore Mario Di Maio, ma l’amarezza per la sua storia – e per la storia di chi, come lui, ha assistito ai bombardamenti di San Lorenzo o ha combattuto sulle montagne per un’Italia migliore – è davvero tanta. Il Municipio XI, un tempo roccaforte della sinistra romana, sede del serpentone di Corviale, sembra essersi definitivamente allontanato da quei valori che un tempo lo animavano. La Resistenza e il 25 aprile gridano invano, in una sala consiliare svuotata. Di senso.

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