Mario Adinolfi paragona Ballando con le stelle a via Fani e rivendica il non-voto di Zazzaroni
19/03/2018 di Gianmichele Laino
Attualizzare un concetto farà anche bene agli algoritmi dei social network, favorendo i post e dando loro maggiore visibilità. Ma l’accostamento tra quanto successo con il rapimento di Aldo Moro in via Fani (il cui anniversario è caduto il 16 marzo) e le vicende accadute nel corso di Ballando con le stelle sembra quantomeno stridente. In entrambi i casi, Mario Adinolfi su Facebook rivendica il ruolo del Popolo della Famiglia.
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MARIO ADINOLFI VIA FANI-ZAZZARONI: DUE BATTAGLIE DEL POPOLO DELLA FAMIGLIA
«Come abbiamo fatto con via Fani – scrive Adinolfi -, nella infinitamente più piccola vicenda di Ballando con le stelle, il Popolo della Famiglia apre la strada, si becca gli insulti, poi qualcuno segue». Adinolfi, infatti, rivendica il primato sia nello stigmatizzare il comportamento di Barbara Balzerani, ex brigatista finita nell’occhio del ciclone per delle frasi irrispettose nei confronti della vicenda Moro, sia nel criticare la scelta di Ballando con le stelle di far esibire in coppia due uomini, Giovanni Ciacci e Raimondo Todaro.
«Abbiamo spiegato da molti giorni chi era Barbara Balzerani, chi teneva bordone giornalisticamente a questi assassini, oggi finalmente tutti i giornali esprimono il nostro stesso disgusto – ha sottolineato Adinolfi -. A Ballando abbiamo detto che la danza tra due uomini non è danza ma operazione ideologica, ieri sera in diretta un giurato si è rifiutato di dare il voto all’esibizione ridicola del povero Todaro».
MARIO ADINOLFI VIA FANI-ZAZZARONI, IL POST SU FACEBOOK
Non sono mancate poi le critiche a Selvaggia Lucarelli che, secondo Adinolfi, si è adattata alle logiche di Raiuno evitando di criticare in diretta Ivan Zazzaroni per il suo non voto alla coppia di ballerini uomini. Secondo il leader del Popolo della Famiglia «la televisione è diversa da Twitter». Inoltre, sempre nello stesso post su Facebook, Adinolfi si è scagliato anche contro il metodo di Fabio Canino, l’altro giudice del programma, definito rappresentante «della lobby gay». «Teniamolo presente – ha detto Adinolfi -, funziona sempre così, la lobby Lgbt agisce sempre così, oltre ogni ragionevolezza».
MARIO ADINOLFI VIA FANI-ZAZZARONI, HA SENSO METTERLE NELLO STESSO POST?
Infine, Adinolfi ha affermato che Zazzaroni sicuramente farà di tutto per evitare di essere confuso con il Popolo della Famiglia, ma ha voluto allo stesso modo rivendicare quella che lui considera una battaglia del proprio movimento politico. Evidentemente dello stesso tenore rispetto alla censura delle parole di una ex brigatista, che – a diversi livelli – può essere considerata parte di una delle pagine più oscure della nostra Repubblica.