Elena Boschi ricorda commossa le ragazze italiane morte nell’incidente in Spagna tre anni fa: «Chiediamo giustizia»

Sono passati tre anni da quel 20 marzo in cui un tragico incidente in Spagna tolse la vita a 13 studentesse, di cui 7 italiane. Le ha ricordate oggi Maria Elena Boschi parlando alla Camera dei deputati: «Chiediamo giustizia per loro e per il popolo italiano, troppi punti che non tornano».

Maria Elena Boschi ricorda il tragico incidente in Spagna di tre anni fa: «Chiediamo al governo giustizia»

«Noi oggi non ci vogliamo limitare a ricordare quelle 7 ragazze ma chiedere giustizia per loro, le loro famiglie e per tutta la comunità del popolo italiano». Maria Elena Boschi ricorda il tragico incidente avvenuto nel 2016, quando un pullman che riportava delle studentesse a Barcellona dopo aver partecipato a delle feste locali a Valencia, si scontrò con. un’autovettura. In quello scontro persero la vita 13 ragazze, tra cui 7 italiane. L’onorevole le ricorda una per una, «Valentina, Elisa, Elena, Elisa, Francesca, Lucrezia e Serena» dice con la voce visibilmente rotta dalla commozione.

Maria Elena Boschi chiede la verità sull’incidente «per ridare dignità alle vittime»

«Nulla potrà restituire a quelle famiglie il sorriso delle proprie figlie, potrà consentire loro di parlare nuovamente con loro, abbracciarle, magari vederle sedute a pranzo la domenica a casa» dice Elena Maria Boschi, lanciando un appello: «Il minimo che possiamo fare per riconoscere dignità a quelle ragazze e per riconoscere il diritto alla Giustizia alle loro famiglie, è che venga accertata la verità, che vengano accertate le responsabilità». Sulla dinamica di quell’incidente emersero subito diversi punti critici, ma «l’istruttoria delle autorità spagnole si è arenata, tanto che venne fatta anche richiesta di archiviazione» e il governo si impegno direttamente per fare pressione affinché si desse «un nome al colpevole della morte di quelle ragazze».  Ad oggi però «ci sono molti punti che non tornano» e l’onorevole Boschi si rivolge all’esecutivo, senza «mettere in discussione la solidarietà a quelle famiglie», screen video Facebook chiedendo direttamente «cosa stia facendo concretamente questo governo, se sta proseguendo o meno nell’impegno preso dai governi Renzi e Gentiloni».

«Il governo si impegni come se le ragazze fossero le nostre figlie o le nostre sorelle»

«Io ho condiviso da vicino il dolore di quelle famiglie – racconta l’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio – perché insieme a loro ho atteso, qui in Italia in aeroporto, il rientro dei corpi di quelle ragazze» reso possibile dall’aeronautica militare che aveva messo a disposizione un aereo. «Vi posso garantire che è molto difficile stare accanto a quelle madri, a quei padri, ai fratelli e alle sorelle nel momento in cui aspettano il rientro dei corpi» continua emozionata di fronte all’Aula, «sono ore che non passano mai e che sono però solo l’inizio di un dolore ancora più forte, che comincia una volta che quelle famiglie tornano alla vita normale». L’appello con cui conclude il suo intervento è che «venga accertata la verità» e che ci sia un impegno costante del governo come se «Valentina, Elisa, Elena, Elisa, Francesca, Lucrezia e Serena fossero una nostra figlia, una nostra sorella».

Il mio intervento sulla vicenda delle sette ragazze italiane morte in Spagna mentre erano in Erasmus

Stamattina sono intervenuta alla Camera sulla vicenda delle sette ragazze italiane morte in Spagna mentre erano in Erasmus. A tre anni di distanza, non c’è ancora il nome del colpevole di quel tragico incidente stradale e il rischio è che le autorità spagnole lascino cadere tutto nell’oblio. Ho chiesto al governo italiano cosa stia facendo per le famiglie di quelle ragazze, per la verità. Non si tratta di una rivendicazione di parte, ma il Governo ha il dovere di difendere la dignità e la memoria di sette nostre figlie, sorelle, connazionali. Vogliamo giustizia non vendetta. Ma senza giustizia sarebbe come venissero uccise di nuovo.

Gepostet von Maria Elena Boschi am Freitag, 22. März 2019

(credits immagine di copertina: frame video Facebook)

 

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