Maria Cristina Caretta, la dea della caccia candidata con FdI

27/01/2018 di Redazione

La candidatura (data oramai per certa) della presidente dell’Associazione Cacciatori Veneti Maria Cristina Caretta in Fratelli d’Italia spiega bene come funziona la grande coalizione Salvini-Meloni-Berlusconi. Già, perché se l’inquilino di Arcore è decisamente animalista con Michela Vittoria Brambilla tra le sue pupille, il fronte meloniano lo è decisamente meno.

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Maria Cristina Caretta, numero uno di Confavi, è una paladina tra i cacciatori. Lo spiegava qualche mese fa, ad Animali come noi.  «Mi sono avvicinata alla caccia in età adulta grazie a un amico. La caccia mi ha insegnato a diventare parte integrante della natura», spiega.
«Il cacciatore è il vero gestore del patrimonio faunistico e dell’habitat naturale. Un albero da frutto perché dia frutti rigogliosi deve essere gestito, curato e potato dall’uomo. Così facciamo noi cacciatori sul patrimonio faunistico» raccontava nel faccia a faccia con Giulia Innocenzi.
Nel parco del Gran Paradiso, secondo Caretta, si è perso il 90% del patrimonio faunistico perché la legge ha vietato di uccidere il 10% degli animali. «C’erano troppi esemplari e così è scoppiata un’epidemia di rogna che decimato la specie. Non era meglio salvarli cacciando?».

Interessante sarà capire come si troverà una quadra in una coalizione che ospita Brambilla e Caretta insieme.

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