La ‘ndrangheta ha sfondato le porte della Valle d’Aosta: arrestato consigliere regionale
23/01/2019 di Redazione
Marco Sorbara, 51 anni, era stato eletto come consigliere regionale nelle liste dell’Union Valdotaine alle ultime regionali in Valle d’Aosta. In passato era stato anche assessore comunale del capoluogo. Oggi, il politico è tra le persone arrestate nell’ambito dell’operazione Geenna, partita questa mattina e relativa alla presenza della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
Marco Sorbara è il consigliere regionale arrestato per ‘ndrangheta
La malavita organizzata, infatti, è riuscita a penetrare anche nella regione più piccola d’Italia. Un ingresso che preoccupa la popolazione locale e anche i suoi rappresentanti. La consigliera Daria Pulz, infatti, appartenente al gruppo Ambiente Diritti e Uguaglianza della Valle d’Aosta ha rilasciato dichiarazioni allarmanti: «L’operazione dell’antimafia – ha affermato -, che ha colpito le articolazioni valdostane della ‘ndrangheta, dimostra che avevamo ragione: la criminalità organizzata in questi anni ha infiltrato e condizionato la vita politica ed economica della nostra regione».
Cosa ci fa la ‘ndrangheta in Valle d’Aosta
La ‘ndrangheta si è infiltrata nel tessuto socio-economico della Val d’Aosta, ha condizionato la tratta del narcotraffico, ha creato un collegamento tra la Calabria, la piccola regione e quelle limitrofe. Nelle indagini dell’antimafia, sono nel mirino anche componenti della famiglia Nirta-Scalzone di San Luca (RC) con collegamenti in Piemonte e Calabria.
Maggiori indicazioni sull’operazione condotta dai carabinieri del Ros del gruppo di Aosta, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Torino, sono state date nel corso di una conferenza stampa nella mattinata. Per quanto riguarda i legami tra ‘ndrina e politica in Valle d’Aosta, gli investigatori hanno appurato una sorta di sodalizio in grado di far eleggere nel consiglio comunale di Aosta uno degli associati, il quale – a sua volta – avrebbe offerto vantaggi alla cosca. In più, è stato documentato un tentativo di scambio elettorale politico-mafioso effettuato da Antonio Raso – uno dei capi della locale cellula di ‘ndrangheta – nei confronti di un referente regionale di partito.