La mappa della camorra a Forcella

I clan si sono trasformati in «strutture gangsteristiche, caratterizzate dall’assenza di un livello gerarchico e da un frequente ricorso alle armi per imporsi». Il contesto è «magmatico». Strategie e alleanze dei gruppi criminali sono in continua evoluzione. È questo l’identikit della camorra nel centro storico di Napoli, dove ieri (precisamente in via Annunziata, in zona Forcella) una bimba di 10 anni è rimasta ferita in un agguato ai danni di venditori ambulanti senegalesi.

 

mappa clan
(Mappa dall’ultima relazione semestrale del Ministero dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Dia, relativa alla seconda parte del 2015)

 

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MAPPA CAMORRA FORCELLA, CLAN GANGSTERISTICI

A descrivere nei particolare equilibri e caratteristiche della criminalità organizzata nel cuore del capoluogo campano è la relazione semestrale del Ministero dell’Interno sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Dia (Direzione Investigativa Antimafia). L’ultimo rapporto pubblicato, relativo alla seconda parte del 2015, si legge:

Una guerra di camorra ha recentemente investito il rione Forcella e la Sanità.

Tra le vittime figurano anche giovani estranei alle logiche criminali, coinvolti nelle faide per meri legami di partenela con affiliati o solo per essersi trovati casualmente sui luoghi degli agguati. Il conflitto vede, su fronti opposti, gruppi originari di quelle zone, che hanno stretto patti federativi con clan di quartieri diversi, intenzionati a conquistare posizioni chiave nello scacchiere criminale del centro storico di Napoli.

Un dato significativo è l’abbassamento dell’età di capi e affiliati, che lascia intravedere una trasformazione dei clan in strutture gangsteristiche, caratterizzate dall’assenza di un livello gerarchico e da un frequente ricorso alle armi per imporsi.

In particolare, gli scontri armati che si sono registrati negli ultimi mesi vedono antagonisti i sodalizi Giuliano-Sibillo-Brunetti-Amirante di Forcella e Esposito-Sequino-Mauro della Sanità, che si contendono il controllo delle attività illecite, in particolare delle piazze di spaccio di stupefacenti. Le famiglie coinvolte negli scontri hanno trovato l’appoggio di gruppi più strutturati: i Rinaldi, schierati con i Giuliano-Sibillo-Brunetti-Amirante, la famiglia Mazzarella, storicamente contrapposta ai Rinaldi, che affianca il sodalizio della Sanità.

Tuttavia, il vuoto di potere generato nell’area di Forcella a seguito dell’esecuzione, nel mese di giugno, di provvedimenti cautelari contro il cosiddetto ‘clan o paranza dei bambini’ (cartello Giuliano-Sibillo-Brunetti-Amirante) ha favorito la riemersion della famiglia Buonerba, alias i Capelloni, presente nel comprensorio Forcella-Maddalena-Tribunali, legata ai Mazzarella.

Si è assistito ad una lunga catena di omicidi, consumati e tentati, in alcuni dei quali sono risultati coinvolti i vertici dei Buonerba, che avrebbero ripreso il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni.

I Buonerba, consapevoli della pericolosità dei Sibillo e dei loro affiliati, avrebbero stretto strategiche alleanze con il gruppo Sequino del rione Sanità ed il clan Trongone, quest’ultimo referente del gruppo Mariano dei Quartieri Spagnoli, nella zona di Palazzo Ammendola e Rua Catalana.

 

mappa clan
(Mappa dall’ultima relazione semestrale del Ministero dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Dia, relativa alla seconda parte del 2015)

 

MAPPA CAMORRA FORCELLA, PRESENZA AFRICANA

Ma a Forcella si parla anche di mafia africana. E qualcuno considera l’agguato di ieri in cui è rimasta ferita la bambina di 10 anni come un segnale per la nuova criminalità che tenta di espandersi. Un reportage di Paolo Barbuto sul Mattino di Napoli viene riportata la testimonianza di persone che conoscono la zona. Un ragazzo ha raccontato:

«Qua c’è la mafia nigeriana che sta prendendo possesso di tutto. Lasciano ai marocchini (intesi come tutti i nordafricani n.d.r.) solo le piccole cose come la contraffazione, gli scippi o le rapine, mentre loro sono concentrati sulla droga. Se andate a via Carriera Grande vedete il loro quartier generale, il punto principale dello smercio; se vi fate un giro in questi vicoli noterete che ad ogni angolo ci sono almeno un paio di loro: sono pusher, vanno sempre in coppia. Sapete dove tengono la droga? In bocca, dentro a certe palline di plastica, così se arriva la polizia le inghiottono e poi le recuperano quando vanno al bagno».

E ancora:

«All’inizio avevano un mercato piccolo e avevano un accordo con la malavita della zona. Adesso, invece, sistanno espandendo. Ecco perché è arrivato il “segnale” dell’agguato».

(Immagine da relazione semestrale del Viminale sull’operato della Dia)

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