Se nel manifesto per i caduti della Grande Guerra spunta Mussolini

Un manifesto per ricordare tutti i soldati italiani morti della Prima Guerra Mondiale. È l’iniziativa del comune di Ospedaletto di Lodi, comune lombardo di appena 2mila anime. Un’iniziativa che ha suscitato una polemica destinata a varcare i confini locali e trovare spazio nella cronaca nazionale. Sì, perché nel manifesto, oltre alle foto dei caduti, figurano anche le foto di Benito Mussolini, Vittorio Emanuele III e altri gerarchi fascisti (che non figurano logicamente, tralaltro, tra i “caduti”).

Una peculiarità immediatamente notata dagli abitanti che sembra formalmente inspiegabile, ma che ha suscitato un’indignazione trasversale. Gaffe o propaganda fascista? Contattato da “Il Cttadino di Lecco”, il sindaco, Eugenio Ferioli, si difende: «Abbiamo voluto riproporre la fotografia di tutti coloro che erano in forze nell’esercito nell’anno del reclutamento per la Grande Guerra e aveva il senso di dare loro un riconoscimento». Il manifesto è in realtà un reperto storico, datato 1937, quando l’Italia era in piena epoca fascista. Un anno prima delle leggi razziali, un anno dopo della conclusione della Guerra d’Etiopia. Un periodo in cui il volto di Mussolini e dei gerarchi del regime campeggiava su molti manifesti del Belpaese per incrementare la propaganda. Non stupisce quindi che la difesa del sindaco non abbia convinto né i cittadini, né le autorità competenti che, dal prefetto al questore, chiedano chiarimenti. L’impressione è che il clima di sdoganamento, avvallato implicitamente dalle nuove destre, legittimi un revisionismo sempre più diffuso e marcato, come è avvenuto nella cena di Acquasanta Terme dedicata alla Marcia su Roma, organizzata da militanti di Fratelli d’Italia poco meno di una settimana fa.  Ma la propaganda fascista non è folklore, ma un crimine: denunciarla e arginarla il prima possibile è il primo compito di tutte le forze che si ritengono democratiche.

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