L’inutile guerra tra Venezia e Matera (e non solo) per chi ha subito più danni dal maltempo

Nel week-end si è assistito a una strana guerra sui social network. Quella su chi ha subito più danni dall’ondata di maltempo che ha colpito in modo particolare alcune aree dell’Italia, da Venezia a Matera. «Ho letto il numero verde per Venezia, ma non mi è capitato di vedere quello per Matera» – scrive un utente sui social. «Tutti a parlare di Venezia, ma nessuno che sia andato a vedere quello che è successo a Matera».

Maltempo in Italia, l’inutile guerra tra Matera e Venezia

Poi, ci sono le parole dei politici. Già giovedì sera, dopo la prima ondata di acqua alta a Venezia, Giorgia Meloni in televisione ricordava le popolazioni di Matera e della Basilicata. Stessa cosa faceva Matteo Salvini al PalaDozza di Bologna, nel corso dell’evento lancio della campagna elettorale per l’Emilia-Romagna. Infine, nella giornata di ieri, è arrivato anche il post di Luigi Di Maio, che utilizzava una fotografia della città capitale europea della Cultura del 2019 per «tenere alta l’attenzione».

«Venezia è nel dramma, ma non solo Venezia – ha scritto Luigi Di Maio -. Altre città e Regioni sono state travolte dal maltempo (o forse sarebbe meglio dire dai cambiamenti climatici). Penso alla Basilicata con Matera – la capitale europea della cultura, in foto -, penso alla Puglia, alla Calabria, alla Sicilia. E nessuno ne parla. Nessuno. Non esistono regioni di serie B, dobbiamo occuparci di ogni singolo italiano, di ogni singola famiglia, di ogni singolo lavoratore, di ogni singolo commerciante».

Sempre in rete, inoltre, si stanno iniziando a diffondere sempre più spesso immagini di scontrini per consumazioni avvenute a Piazza San Marco a Venezia. «Cinque euro per un caffè in piedi a Venezia e vorrebbero anche i miei soldi per i danni del maltempo?» – è uno dei messaggi più frequenti che si vedono sui social network.

Come è stato vissuto il maltempo sui social

Insomma, il modello «parlateci di Bibbiano» si applica anche ai danni del maltempo. «Parlateci di Matera» è un nuovo mantra populista. Bisogna innanzitutto differenziare i due episodi. A Matera, come vi abbiamo raccontato, una pioggia torrenziale ha invaso i Sassi già nella giornata di martedì scorso. Nel Materano, soprattutto sulla costa ionica, i danni all’agricoltura saranno enormi perché andranno a ripercuotersi sui raccolti della prossima stagione. Al momento, però, la situazione non è quella fatta vedere dalla fotografia postata da Luigi Di Maio: Matera si è ripresa, grazie anche alla buona lena dei suoi abitanti che, così come a Venezia, sono intervenuti in prima persona per cercare di liberare scantinati dall’acqua, di far riprendere le attività commerciali, di restituire il decoro al proprio quartiere.

A Venezia, l’emergenza si sta concludendo in queste ore, dopo che la città è stata in preda all’acqua alta per tutta una settimana. La conta dei danni porta a un ammontare di un miliardo di euro, quantificando anche quelli che hanno colpito il patrimonio artistico. Ecco perché questa guerra che utilizza armi improprie (quelle del benaltrismo e degli scontrini degli esercenti in piazza San Marco) sembra completamente inutile e dannosa al Paese se non in funzione elettorale.

Il Movimento 5 Stelle, che ha ancora nel sud la sua base elettorale più ampia, ha interesse a spostare il focus dell’attenzione da Venezia a Matera. Ma la stessa cosa è condivisa anche dalla Lega, che vuole allontanare eventuali responsabilità amministrative in una regione in cui è al governo almeno dal 2000. Per questo è utile spostare l’attenzione anche sul sud. Il problema delle catastrofi naturali, invece, è una questione nazionale, che deve essere affrontata, nello stesso modo e con lo stesso slancio emotivo, da nord a sud. Ma non servono i post con gli scontrini a risolvere questo problema. Ci sono delle strutture che quantificano i danni, che ripartiscono i fondi, che gestiscono le emergenze.  Come a Venezia, così a Matera.

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