Maldini torna a casa, ma può ricoprire il doppio ruolo di dirigente e commentatore televisivo?

06/08/2018 di Enzo Boldi

Il ritorno a casa, l’emozione e ora le «cose formali». Paolo Maldini è tornato a far parte della sua grande famiglia che lo ha visto protagonista di irripetibili successi per tutta la sua carriera. Il Milan, ha infatti ufficializzato che per lo storico capitano rossonero ci sarà un posto nella dirigenza come «Responsabile dello sviluppo strategico dell’area sport» dei rossoneri. Ma adesso cosa accadrà con Dazn? Per il momento c’è una fase di stallo. Occorrerà leggere cosa prevede il contratto firmato con il nuovo canale streaming online, ma le normative – inesistenti in merito – e i precedenti aprono a questo poliamore calcistico-televisivo.

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Questione di opportunità. Non c’è nessuna norma federale che impedisca a un tesserato – in questo caso un dirigente – di svolgere anche il ruolo di commentatore, ma le valutazioni vanno fatte di caso in caso, anche in base a quanto scritto nei contratti firmati dalle parti. Poche settimane fa, Paolo Maldini è stato inserito nella nuova squadra di Dazn – la televisione online della piattaforma Perform che ha acquisito i diritti per trasmettere 3 partite di Serie A per ogni giornata di campionato e tutti i match di Serie B – in qualità di commentatore e brand ambassador, insieme alle altre due ex stelle Luis Figo e Andrij Shevchenko. La firma del contratto con Dazn sembrava aver definitivamente allontanato la possibilità di vedere inserito il nome di Maldini nel nuovo quadro dirigenziale rossonero, nonostante il corteggiamento della nuova proprietà – gestita dal fondo Elliot – e del neo presidente Paolo Scaroni.

Maldini Milan Dazn, un Ménage à trois destinato a proseguire

 

Baci, abbracci e conflitto di interesse? A leggerla così, sembra quasi ovvia l’incompatibilità dei due ruoli, anche per rispetto degli utenti della piattaforma a pagamento che si ritroverebbero ad ascoltare i commenti a una partita del Milan fatti proprio da un dirigente rossonero. Ma l’assenza di una normativa univoca rispetto a tutto ciò, rende la presunta incompatibilità una mera «questione formale» – come si può capire anche leggendo il tweet pubblicato dal profilo ufficiale di Dazn Italia che nel fare le congratulazioni all’ex capitano del Milan ribadisce il suo ruolo all’interno del canale di streaming online -, che più che riguardare i rapporti tra Federazione, Società e piattaforma televisiva, riguarda le aspettative degli utenti che si ritrovano ad ascoltare commenti da parte di un tesserato. In pratica, c’è lo stesso problema che si sta verificando con l’altro ex rossonero Andrea Pirlo, la cui trattativa con la Figc per entrare a far parte dello staff del cittì Roberto Mancini è ancora in stand by a causa del suo ruolo di commentatore di Sky per quel che riguarda i match di Champions League.

Maldini Milan Dazn, i precedenti vanno a favore del «doppio lavoro»

Per il momento, come riportato questa mattina dalla Gazzetta dello Sport, sicuramente c’è compatibilità tra il ruolo di dirigente sportivo di una squadra di Serie A e quello di brand ambassador per un’azienda. In attesa di scoprire – se mai sarà svelato – cosa c’è scritto sul contratto tra Maldini e Dazn. I precedenti ci parlano di una compatibilità di ruoli, come avvenuto nel 2013 con Fabio Capello – commentatore e analista per Fox Sports mentre era commissario tecnico della Nazionale russa – o, più di recente, con Carlo Ancelotti che, nell’ultimo Mondiale ha commentato i match per una televisione messicana, dopo aver già firmato il contratto con il Napoli.

(foto di copertina: SIPA Asia via ZUMA Wire)

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