Arrestato per mafia Giuseppe Costa, fratello della vedova dell’agente Vito Schifani morto a Capaci

«Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio»: le parole pronunciate da Rosaria Costa durante il funerale delle vittime della strage di Capaci è una parte di storia. La donna quel giorno, in cui perse la vita Giovanni Falcone, perse il marito Vito Schifani, agente della scorta del giudice. Ora sotto i riflettori c’è il fratello, Giuseppe Costa, arrestato a Palermo per associazione mafiosa con l’accusa di aver riscosso il “pizzo” per conto del clan del boss Gaetano Scotto.

Arrestato per mafia Giuseppe Costa, fratello della vedova dell’agente Vito Schifani morto a Capaci

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Giuseppe Costa, 52 anni, è stato arrestato a Palermo: è accusato di essere affiliato alla famiglia di Vergine Maria. L’uomo, fratello della vedova dell’agente Vito Schifani parte della scorta di Giovanni Falcone, avrebbe svolto alcune mansioni per il clan dell’Arenella come tenere alcuni conti, riscuotere il pizzo presso imprenditori e commercianti, intimidire e minacciare chi non voleva pagare. Stando a quanto dichiarato dagli inquirenti, l’uomo era perfettamente inserito nella famiglia mafiosa tanto che, alla scarcerazione di Gaetano Scotto, avrebbe immediatamente invitato chi doveva pagare il pizzo a darlo direttamente a lui per non offendere in alcun modo il “padrino”.

Al Corriere la sorella Rosaria Costa ha detto di essere «a pezzi» per la notizia. La donna, che divenne nel 1992 uno dei volti dell’antimafia con il discorso tenuto ai funerali delle vittime della strage di Capaci, ha raccontato che i rapporti con il fratello si erano già logorati. Come ricostruito dal Corriere, questo trova conferma nel racconto di un pentito che evidenziò come, dopo il funerale, Giuseppe Costa avesse preso le distanze dalla sorella, guadagnandosi così ulteriore attenzione da parte del clan mafioso. «Un fratello mafioso? La domanda mi fa morire – ha aggiunto Rosa Costa al Corriere- Se fosse vero la mia vita sarebbe finita. Avrebbe rovesciato palate di fango su me, moglie di un poliziotto […] Se le accuse saranno provate, dovranno buttare le chiavi della cella. La legge è uguale per tutti».

(Credits immagine di copertina: foto generica volante carabinieri Pixabay License)

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