Mondo di mezzo, il legale di Buzzi: «Ma quale mafia, era solo malcostume italiano»

17/10/2019 di Enzo Boldi

Come fosse goliardia. Nel corso dell’intervento delle difese degli imputati nel processo sul Mondo di Mezzo, meglio noto come Mafia Capitale, ha preso la parola il legale di Salvatore Buzzi. Il processo è arrivato alla Corte di Cassazione dopo la sentenza in Appello che hanno portato alla condanna a 18 anni e 8 mesi per il fact totum, sodale di Massimo Carminati. E in quella sentenza si parla espressamente di associazione a delinquere di stampo mafioso, citando l’articolo 416 bis del codice penale.

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Secondo l’avvocato Alessandro Diddi, che ha parlato nell’Aula Magna ai giudici della sesta sezione penale della Corte di Cassazione, nel corso del processo sarebbe emerso che non ci sia mai stata mafia nel cosiddetto Mondo di Mezzo, «ma che è il modello che ci governa ovunque, cioè il malcostume di questo Paese». Insomma, tutti lo fanno, quindi non si può parlare di un sistema Mafia Capitale, ma di attitudine nostrana alla criminalità nella gestione di appalti e soldi pubblici.

Mafia Capitale, la difesa di Buzzi sul «malcostume»

«Sono fenomeni comuni – ha proseguito il legale di Salvatore Buzzi nel corso della sua dichiarazione davanti ai giudici della Corte di Cassazione – che pervadono talmente il nostro Paese che se non sono mafia da altre parti non possono esserlo nemmeno in questo caso». Il tentativo è quello, ovvio, di far decadere l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti del suo assistito.

Il 416 bis sentenziato dalla corte d’Appello

Parole che vanno in contrasto con quanto deciso dai giudici della corte d’Appello l’11 settembre del 2018, quando hanno deciso di applicare l’articolo 416 bis del codice penale nel comminare la condanna a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, considerati i veri artefici del sistema Mondo di Mezzo che ha dato il via al processo su mafia Capitale.

(foto di copertina:  ANSA / UFFICIO STAMPA CARABINIERI ROS)

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