L’attacco di Madonna a Instagram per aver censurato il suo capezzolo

«E che dire del culo di una donna che non viene mai censurato da nessuna parte»

26/11/2021 di Redazione

Ci risiamo. Il rapporto complicatissimo di Instagram con i capezzoli continua e non si ferma nemmeno davanti a una icona internazionale come Madonna. Nella giornata di ieri, senza preavviso alcuno, la piattaforma di proprietà di Meta ha censurato una serie di scatti postati dall’account ufficiale della cantante. In una di queste, il suo seno era scoperto. Dopo aver preso atto della rimozione del contenuto, tuttavia, Madonna non ha desistito e ha ripubblicato l’insieme degli scatti, aggiungendo un piccolo cuoricino in corrispondenza del capezzolo scoperto.

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Madonna contro Instagram per la censura alle sue foto

È stata tuttavia l’occasione per lasciarsi andare a un’invettiva contro il social network, reo di mostrarsi eccessivamente pudico in alcune circostanze (e – al contrario – di non intervenire in circostanze molto più esplicite e violente). Madonna ha attaccato le policies della piattaforma e ne ha messo in evidenza le contraddizioni.

 

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«Sto ripubblicando fotografie rimosse da Instagram senza preavviso o notifica – ha scritto Madonna sul suo account ufficiale -. Il motivo che hanno dato al mio manager che non gestisce il mio account è che una piccola parte del mio capezzolo è stata esposta. Mi stupisce ancora il fatto che viviamo in una cultura che consente di mostrare ogni centimetro del corpo di una donna tranne un capezzolo. Come se quella fosse l’unica parte dell’anatomia di una donna che potrebbe essere sessualizzata. Il capezzolo che nutre il bambino. Il capezzolo di un uomo non può essere vissuto come erotico. E che dire del culo di una donna che non viene mai censurato da nessuna parte».

Instagram si è imbattuto più volte in errori del genere. Ha censurato opere d’arte – come la locandina dell’ultimo film di Pedro Almodovar – o intere collezioni presenti nei musei, per il semplice fatto di mostrare dei nudi. Questo ha costretto le istituzioni museali, ad esempio, ad aprire account su altre piattaforme, come Onlyfans.

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