Europe en Marche ritira il comunicato anti-M5S: apertura in vista per Macron?

L’associazione affiliata al movimento La République en Marche del presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, Europe en Marche, ha ritirato nel corso della serata di giovedì 29 marzo un comunicato stampa con cui si prendevano le distanze da eventuali e possibili alleanze europee con il M5S targato Di Maio.

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[Non siamo intenzionati] a intraprendere alcuna discussione con il Movimento 5 Stelle – si legge nella nota – per formare una qualche alleanza in Parlamento. I valori progressisti di Europe En Marche, infatti, non sono compatibili con le posizioni populiste e apertamente euroscettiche del M5S“.

Non si sa se l’ordine sia arrivato direttamente da Macron, fatto sta che la smentita del comunicato è arrivata via Twitter direttamente da Europe en Marche che ha affermato di parlare solo a titolo personale e non a nome del movimento di LaRem (La République en Marche).

In un articolo del Foglio di mercoledì 28 marzo firmato da Salvatore Merlo veniva citata una fonte anonima pentastellata che spiegava l’intenzione del M5S di unirsi al futuro gruppo parlamentare europeo guidato dal movimento francese:

Prima che lasceremo la legislatura europea lasceremo Nigel Farage. Vorremmo avvicinarci al partito europeo che Macron formerà contro i vecchi partiti democristiani e socialisti. Ma Di Maio ci ha detto di procedere con cautela, di aspettare prima che ci sia un governo in Italia. Non dobbiamo fare pasticci. Se il patto a Roma l’avessimo fatto col PD, non ci sarebbero stati problemi. Ma con la Lega cambia tutto

Una serie di indizi, questi, che darebbero ancora più adito al cambio strategico effettuato da Di Maio nel corso della campagna elettorale. Da partito populista anti-casta a movimento europeista disposto a parlare con tutti, mondo della finanza compreso.

In un secondo articolo pubblicato venerdì 30 marzo sempre sul Foglio da Merlo, si legge:

Nel Movimento uno vale uno, ma le teste e le idee sono tante, spesso in contrasto tra loro se non addirittura in contraddizione logica. Così, nei giorni in cui Di Maio e Salvini si corteggiano sulla formazione di una maggioranza di governo, la vicenda del posizionamento europeo precipita a complicare la faccenda: come si concilia con la svolta europeista una possibile alleanza di governo con la Lega?

Lo scontro a distanza tra il leader del Carroccio che accusa il capo politico M5S di non sapere dove andare “senza 90 voti” possono essere letti anche sotto questa chiave: ogni giorno che passa le distanze aumentano, che si trovino o meno degli accordi sul programma.

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