Il M5S e il gruppo europeo con Emmanuel Macron che vuole Di Maio secondo il Foglio

Luigi Di Maio, capo politico del M5S, è intenzionato a portare i Cinque Stelle nel nuovo gruppo che il presidente francese Emmanuel Macron vorrebbe formare al Parlamento europeo.

Il M5S e il gruppo europeo con Emmanuel Macron che vuole Di Maio secondo il Foglio

Lo scrive il Foglio di oggi, in un articolo firmato da Salvatore Merlo, che cita una fonte pentastellata, però anonima, a corroborare altre voci, sempre non citate direttamente, raccolte in ambienti leghisti.

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«Prima che lasceremo la legislatura europea lasceremo Nigel Farage. Vorremmo avvicinarci al partito europeo che Macron formerà contro i vecchi partiti democristiani e socialisti. Ma Di Maio ci ha detto di procedere con cautela, di aspettare prima che ci sia un governo in Italia. Non dobbiamo fare pasticci. Se il patto a Roma l’avessimo fatto col PD, non ci sarebbero stati problemi. Ma con la Lega cambia tutto», spiega l’esponente titolato del M5S, come lo definisce Merlo.

Ci sono elementi credibili e altri un po’ meno in questa ricostruzione. Il desiderio del Movimento 5 Stelle di cambiare gruppo europeo è noto: a inizio 2017, alla metà della legislatura ancora in corso, M5S aveva chiuso un accordo con l’Alde, il gruppo dei liberali e democratici. L’Alde aveva poi bocciato l’intesa per l’ostilità dei suoi componenti, ma che il gruppo con Farage non sarà più riconfermato dai Cinque Stelle è ormai consolidato. Il M5S con un profilo sempre euroscettico e nazionalista varato da Grillo e Casaleggio dopo la sconfitta alle europee è stato gradualmente ridimensionato fino a scomparire, e con l’elezione di Di Maio sono prevalsi toni centristi che rendono sensato un approdo all’En Marche europea che Macron vorrebbe realizzare.

 

Il “patto con Salvini” sembra invece una non notizia. Al momento non c’è alcun accordo di governo con la Lega, e il gruppo europeo sembra davvero il minore degli ostacoli a una simile intesa. Basti pensare che l’affiliazione al Ppe di Angela Merkel e Jean-Claude Juncker non è mai stato un vero problema per l’accordo tra Forza Italia e la Lega. Rimane invece più problematico pensare all’assendo di Emmanuel Macron all’approdo dei Cinque Stelle nel nuovo gruppo europeo a cui approderà En Marche.

 

Il presidente francese vorrebbe andare oltre l’Alde, creando un nuovo rassemblement centrista non solo liberale che si contrapponga esplicitamente al bipolarismo tra popolari e socialisti, accogliendo però partiti e forze favorevoli a una maggior integrazione europea. Il M5S non è più euroscettico come due o tre anni fa, ma le perplessità che portarono l’Alde a rifiutarne l’ingresso rimangono, anche perché sono un partito di oltre il 30%. Ciò significa che in qualsiasi gruppo  o quasi vadano  i Cinque Stelle possono diventare la forza con il maggior numero di europarlamentari.

Un rilievo che difficilmente Macron potrebbe accettare, pena lo snaturamento di un progetto politico a cui guarda con interesse il leader di Ciudadanos Albert Rivera, e pure Renzi. Il segretario del PD appena dimessosi aveva incontrato Rivera poco prima della campagna elettorale proprio per parlare di un progetto che unisse En Marche,Ciudadanos e il suo partito.

 

Il 18% ha sicuramente indebolito Renzi e il PD agli occhi di Macron, ma passare dall’affiliazione a un partito di centrosinistra che ha espresso tre presidenti del Consiglio – uno di loro, Enrico Letta, candidato anche alla presidenza del Consiglio Europeo – con una forza nota a Bruxelles e nelle capitali europee per l’ormai (pensionato) supporto al referendum sull’uscita dall’euro appare difficilmente realizzabile. a differenza di quello  che scrive il Foglio.

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