Ma quali Ong, i veri trafficanti del mare sono italiani

27/03/2018 di Redazione

Vi ricordate l’improvviso ritorno della tratta Tunisia-Italia nel 2017 e dei presunti trafficanti nord africani che facevano la spola continua tra le due coste? Ecco, quella rete criminale era guidata da italiani e ogni viaggio portava a un guadagno medio di 125mila euro.

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I veri taxi del mare non erano delle Ong, impegnate nel monitoraggio delle partenze dalla vicina Libia, ma erano costituiti da potenti motoscafi più comodi che, con un costo maggiore, hanno permesso l’arrivo in Sicilia dei cosiddetti migranti irregolari, per la maggior parte tunisini.

Dopo oltre un anno i carabinieri, attraverso l’indagine “Caronte”, sono riusciti a smantellare l’organizzazione e hanno arrestato due italiani, Salvatore Calcara e Marco Bucalo, e un tunisino, Montasar Bouaicha. Altre due persone sono finite rispettivamente agli arresti domiciliari (Giuseppe Morreale) e con l’obbligo di dimora (Salvatore Occhipinti).

Dalle intercettazioni sono emerse le preoccupazioni degli uomini relative al business dei migranti, “…quello se n’è andato in Tunisia l’altro giorno…( omissis)…è andato a prendere quattro clandestini…”, e anche per le relative indagini, “…noi altri, noi altri gli scafi tutti bloccati abbiamo… uno sopra le pietre ed uno sequestrato!…”.

Oltre al traffico di persone la rete, coordinata da uno degli arrestati che si recava spesso in Tunisia, si occupava anche del mercato illegale delle sigarette. Si stima che su ogni imbarcazione salivano circa 12-15 persone, ciascuna delle quali pagava tra i 4 i 5mila euro, e oltre 1.600 stecche di tabacco, per un guadagno medio di 50mila euro.

(Credits foto: Ansa)

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