Cosa significa che il M5S ha respinto un ordine del giorno contro il MES

Nemmeno il tempo di votare l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia che chiedeva al governo di non accedere in alcun modo al Mes, che è subito partita la campagna sul “governo che ha votato per il Mes” e sul Movimento 5 Stelle che avrebbe tradito gli italiani. Ovviamente, i promotori di questo battage mediatico sono Giorgia Meloni e i deputati di Fratelli d’Italia che, questa mattina, avevano presentato a Montecitorio un ordine del giorno, appunto, con il preciso scopo di mettere in difficoltà quel Movimento 5 Stelle che si era sempre dichiarato contrario al meccanismo europeo di stabilità e alla sua adozione da parte dell’Italia.

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M5S vota il Mes? La mossa mediatica di Giorgia Meloni

Senz’altro, l’effetto mediatico è stato raggiunto. Fratelli d’Italia potrà infatti sostenere che la maggior parte dei deputati del Movimento 5 Stelle presenti in aula oggi ha votato contro l’ordine del giorno che chiedeva al governo di rinunciare in ogni caso al Meccanismo Europeo di Stabilità. Tutti i pentastellati, fatta eccezione per Pino Cabras, Antonio Lombardo, Alvise Maniero, Dalila Nesci, Raphael Raduzzi, Andrea Vallascas e Giovanni Vianello, hanno votato contro l’ordine del giorno di Fratelli d’Italia, ponendosi in dissenso con il proprio gruppo parlamentare e contro la stessa maggioranza.

M5S vota il Mes, cos’è un ordine del giorno e cosa serve per approvare un trattato internazionale

Ma è bastata questa votazione per utilizzare la frase, piuttosto generica, “il M5S ha votato per il Mes“? Ovviamente non è così semplice. L’ordine del giorno, infatti, è uno strumento che qualsiasi parlamentare o gruppo parlamentare ha a disposizione per svolgere la sua funzione di controllo e di indirizzo nei confronti del potere esecutivo del governo. L’obiettivo dell’ordine del giorno, in punta di diritto parlamentare, è quello di impegnare il governo ad interpretare una legge in un certo qual modo o ad attuare in maniera particolare alcune leggi. Anche se fosse stato approvato un ordine del giorno contrario all’indirizzo del governo, non sarebbe stata comunque detta l’ultima parola: l’esecutivo poteva avere facoltà di riproporre quello stesso ordine del giorno alla Camera e porre su di esso la questione di fiducia.

Inoltre, l’iter parlamentare per l’approvazione del Mes è molto più lungo. Innanzitutto, essendo l’argomento ricadente nell’ambito dei trattati internazionali, occorre una ratifica del Parlamento, con un iter molto complesso tra Camera e Senato. Insomma, non sarebbe comunque bastato il blitz di Giorgia Meloni alla Camera per impedire al parlamento italiani di esprimersi in maniera più approfondita sul Mes.

La votazione di oggi ha semplicemente un valore mediatico. Serve a far emergere spaccature all’interno del M5S (e ci sono state, anche se contenute, con il voto difforme di 7 deputati e con una astensione) e a rendere evidente un dibattito tutto interno al partito sullo strumento del Mes senza condizionalità che potrà essere messo a disposizione dei Paesi membri dell’Unione Europea a partire dal 1° giugno.

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