Luigi Di Maio «si candida» a direttore artistico di Sanremo: «Valga solo il televoto»

Le parole di Luigi Di Maio sull’edizione di Sanremo 2019 sono destinate a far discutere. In serata, dopo aver attraversato una giornata di polemiche per la vittoria di Mahmood nella 69ma edizione del Festival della canzone italiana, il leader del Movimento 5 Stelle affida a Facebook il suo pensiero sull’esito finale della manifestazione canora più seguita d’Italia. «Non ha vinto quello che voleva la maggioranza dei votanti da casa, ma quello che voleva la minoranza della giuria, composta in gran parte da giornalisti e radical chic».

Il post di Luigi Di Maio sul televoto

Di Maio ha detto di aver preferito la canzone di Simone Cristicchi, intitolata Abbi cura di me. Afferma senza mezzi termini che il cantautore può essere considerato il «suo vincitore» e poi lancia una proposta per il prossimo anno, con piglio da direttore artistico: «Per l’anno prossimo, magari, il vincitore si potrebbe far scegliere solo col televoto, visto che agli italiani costa 51 centesimi facciamolo contare!».

La democrazia diretta a Sanremo per Luigi Di Maio

Insomma, Di Maio vuole decidere anche sul regolamento di Sanremo 2019. Ma la cosa che più emerge dal suo post su Facebook è l’ostentazione della differenza tra sentire popolare e presunte élite della musica. Una sorta di rivisitazione della piattaforma Rousseau in salsa sanremese. Peccato che la «democrazia diretta» non esista né in politica, né a Sanremo. Anche le modalità di voto sul sistema che il Movimento 5 Stelle ha scelto per dare la parola ai propri elettori, infatti, ricorda molto da vicino quella del Festival. L’élite del Movimento 5 Stelle esercita una selezione a monte delle proposte che arrivano sulla piattaforma, per poi farle votare a un numero molto ridotto di elettori rispetto a quello che si esprime per l’elezione dei suoi rappresentanti.

Il processo di Sanremo è inverso: il televoto fa accumulare i dati, contemporaneamente le giurie ristrette di esperti esprimono il loro verdetto. Ma il principio non cambia. Curioso che Di Maio insista così tanto su questo punto. Tuttavia, non è stato il solo ad avanzare questa proposta: anche Claudio Baglioni, direttore artistico di Sanremo, ha affermato in conferenza stampa che se si vuole rendere Sanremo davvero nazionalpopolare, il televoto dovrebbe essere l’unica forma di espressione delle preferenze.

FOTO: ANSA/MATTEO BAZZI

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