La strana equazione di Luigi Di Maio: più Pil uguale più felicità

30/10/2018 di Enzo Boldi

Che rumore fa la felicità? Alla domanda posta da uno dei successi dei Negrita, Luigi Di Maio risponderebbe: «Pil!». In un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, il vicempremier pentastellato commenta i dati pubblicati quest’oggi dall’Istat, accusando il Partito Democratico di aver provocato lo stop nella crescita del prodotto interno lordo italiano attraverso la loro ultima finanziaria datata 2017. Ma il leader politico dei Cinque Stelle è sicuro che con la Manovra del Popolo tutto si riprenderà, anche la nostra felicità.

I soldi non fanno la felicità, ma il Pil sì. Ed è così che Luigi Di Maio ha scelto la rete per rassicurare gli italiani sull’estraneità di questo governo sullo stop della crescita nel terzo trimestre del 2018 (quello che va da Luglio a Settembre) e che questo risultato deludente non sia colpa sua, di Matteo Salvini, di Giuseppe Conte e del ministro dell’Economia Giovanni Tria. La responsabilità è del Partito Democratico che, con la sua Manovra 2018 – ultimo anelito del governo Gentiloni – ha stoppato la crescita italiana.

Luigi Di Maio e la felicità grazie alla Manovra del popolo

Il discorso di Luigi Di Maio su Facebook prosegue spiegando che con la Manovra del Popolo (hashtag di riferimento per creare appeal sui social) – che ancora non esiste, dato che è lo stesso vicepremier a sottolineare come non sia stata ancora approvata – riporterà anche il sorriso sul volto degli italiani. Crescendo il Pil, secondo un’illogica logica di mercato – salirà anche la felicità degli italiani.

Il Pil in crescita nell’ultimo triennio

Seguendo il discorso di Luigi Di Maio – tenendo conto dei valori in crescita del Pil nell’ultimo triennio, quello «targato» Pd – non si capisce perché il popolo italiano debba esser triste. Insomma, dall’inizio del 2015 il prodotto interno lordo italiano è sempre cresciuto con percentuali (su base trimestrale, con ovvi riverberi su base annua) che sono andati dallo 0,2% fino allo 0,5% a cavallo tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017. Gli italiani, all’epoca, non sembravano essere così contenti dato che risulta molto difficile quantificare la felicità di una persona in base ad algoritmi economici.

(foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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