Le venti righe che svelano il bluff di Luigi Di Maio

28/02/2019 di Enzo Boldi

Il Movimento 5 Stelle, per la prima volta dalla sua fondazione, sta dimostrando di avere alcune lacune ed è in serie difficoltà. La confusione all’interno del M5S è evidenziata dalle parole del suo leader , il vicepremier, ministro dello Sviluppo Economico e ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Nella sua lunga intervista a La Repubblica, il capo politico grillino ha messo in mostra tantissime contraddizioni su ciò che è stato fatto e quello che si farà in futuro. Incoerenze che mettono in luce un grande bluff.

L’intervista parte con il grande mantra dell’orizzontalità nelle scelte politico-organizzative del M5S. «Da noi è il Movimento che sceglie se cambiare il Movimento – dice fieramente Luigi Di Maio -. E voglio che i nostri iscritti decidano sempre più su tutto ciò che è fuori dal mandato elettorale o dai punti del contratto. Ma non siamo e non saremo mai un partito che, per noi, significa una struttura iperverticistica dove decidono in pochi». Allora Stefano Cappellini, estensore dell’intervista, lo incalza sull’incontro con Grillo e Casaleggio. Il leader a Cinque Stelle prima lo smentisce, poi smussa gli angoli.

Luigi Di Maio svela la verticalità del Movimento 5 Stelle

«Sono anni che io, Beppe e Davide non ci vediamo per prendere decisioni – sostiene Luigi Di Maio prima di essere corretto sull’incontro dei giorni scorsi -. Li ho solo informati delle mie intenzioni». Quindi, l’orizzontalità diventa verticalità, dato che ha sentito l’esigenza di parlare alle altre due teste del triumvirato delle sue – sottolineiamo il ‘sue’ – scelte. E, poche righe più avanti arriva la confessione di ciò che è stato fatto finora.

Io, io voglio, io ho scelto

«Quello che non accetto è la confusione tra voto politico e amministrativo – risponde Luigi Di Maio sulle colpe del calo elettorale dopo le Regionali in Abruzzo e Sardegna -. Alle politiche io ho cambiato lo schema». Quell’io rivendicato dal leader M5S è una confessione e lo svelamento del bluff. Prima sostiene che il tutto sia deciso a livello collegiale, poi ammette di esser stato lui a prendere determinate decisioni.

E poi prosegue: «Ho scelto i candidati per i collegi uninominali, la squadra di governo e i responsabili della campagna. Nei Comuni e nelle Regioni siamo fermi a un modello base che voglio cambiare perché mi sono stufato di perdere». Io, io voglio, io ho deciso. Ecco che la negazione dell’iperverticabilità del Movimento 5 Stelle si rivela un bluff.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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