«Siglerò accordi con le Forze dell’ordine per contrastare fenomeni criminali sempre più preoccupanti, come i furti nelle abitazioni» – scrive Lucia Borgonzoni su Facebook parlando del tema sicurezza e dello spazio che dedicherà a questo argomento all’interno del suo programma, una volta diventata presidente della regione Emilia-Romagna. Lo scrive e dopo aver postato una foto in cui, sorridente, saluta alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine e dopo aver annunciato l’istituzione di uno specifico assessorato alla sicurezza in caso di sua elezione.
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«Sempre una gioia e un privilegio poter stringere la mano a chi, indossando una divisa, difende ogni giorno la sicurezza dei cittadini e del territorio – ha scritto la candidata leghista -. Mentre il PD di Bonaccini vuole cancellare i Decreti sicurezza (!), io da presidente istituirò proprio un Assessorato specifico alla Sicurezza e aumenterò i fondi per la videosorveglianza».
Poi, arriva la parte sugli accordi da siglare con le forza dell’ordine per sventare i furti nelle abitazioni. Se è pacifico far rientrare nella disputa elettorale l’enfasi su alcune tematiche, è pur vero che promettere cose che, in realtà, sono già previste dal normale ordinamento civico del nostro Paese (non solo in Emilia-Romagna) è una misura un tantino eccessiva per accattivarsi l’elettorato.
Le forze dell’ordine non hanno bisogno di siglare accordi specifici, tantomeno con i presidenti delle regioni, per sventare i furti nelle abitazioni. Un’altra cosa, invece, è promettere l’istituzione di un assessorato alla sicurezza, misura senz’altro sui generis, ma perfettamente in linea con la politica della Lega su questo particolare aspetto della gestione e del controllo del territorio.
Proprio nella giornata di oggi, Lucia Borgonzoni era stata al centro di una disputa con il principale sfidante in Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. Quest’ultimo l’aveva accusata di aver proposto due leggi, una per tutelare le rievocazioni storiche in regione e un’altra per istituire un assessorato al turismo, che erano già operative da anni sul territorio dell’Emilia-Romagna, proprio grazie alla precedente attività amministrativa del centrosinistra.
Era stata questione con cui aveva inaugurato la campagna elettorale, invece, quella relativa all’apertura degli ospedali la notte, il sabato e la domenica «come in Veneto». Un’affermazione che aveva subito solleticato l’ilarità dei social network. Anche in quel caso, probabilmente, a tradire la Borgonzoni è stato un problema di comunicazione: la candidata leghista, infatti, avrebbe voluto estendere agli orari notturni e ai festivi anche le visite specialistiche. Ma l’espressione utilizzata era stata piuttosto infelice. Come nel caso degli accordi con le forze dell’ordine per contrastare i furti negli appartamenti.