I genitori di Luca Sacchi: «Sapeva che Anastasiya si era cacciata in un guaio, ma con la droga non c’entrava nulla»

09/06/2020 di Enzo Boldi

Sapeva, ma non era coinvolto. Si trovava lì solamente per difendere la fidanzata. Lo hanno detto i genitori di Luca Sacchi, il personal trainer di 24 anni ucciso a Roma la notte tra il 23 e il 24 ottobre dello scorso anno con un colpo di pistola. Oggi nella capitale c’è stata l’udienza del processo sull’uccisione del giovane ed erano presenti anche i genitori. Secondo loro – come appare anche evidente dai messaggi che la vittima si scambiava con la sua ragazza – Luca era a conoscenza dei loschi affari in cui si era immersa Anastasiya Kylemnyk, ma non aveva nulla a che fare con tutto quello.

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«Luca sapeva, evidentemente sì, ma non tutto. Sapeva che Anastasiya si era cacciata in qualche brutto guaio ed era andato lì per proteggerla, come faceva sempre – hanno dichiarato i genitori di Luca Sacchi, come riporta il quotidiano La Repubblica -. Luca si trovava lì quella sera – aggiungono i genitori della vittima – per cercare di tirar fuori lei dai guai e non per la trattativa di droga. Evidentemente non c’è riuscito».

Luca Sacchi sapeva del brutto guaio in cui si era infilata la fidanzata

Questo quadro sta emergendo anche dalle prove riscontrate dai messaggi che Luca Sacchi e Anastasiya si erano scambiati nei giorni precedenti alla tragica notte tra il 23 e il 24 ottobre dello scorso anno, quando il 24enne fu freddato dopo una colluttazione con un colpo alla testa a pochi metri dal pub John Cabot, nella zona Appio Latino della capitale. Il personal trainer aveva ribadito alla fidanzata, in più occasioni, la pericolosità di quel che stava facendo.

Il traffico di droga

Il riferimento è, ovviamente, al traffico di sostanze stupefacenti. Quel borsone pieno di soldi – che non sono mai stati ritrovati – conteneva circa 70mila euro. Una cifra che serviva per concludere un affare con alcuni pusher di San Basilio: Valerio Del Grosso (l’uomo che ha sparato a Luca Sacchi, uccidendolo) e Paolo Pirino.

(foto di copertina: da Facebook)

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