In Italia la pirateria online è meno diffusa di quanto si creda

Nonostante dichiarazioni fragorose, i dati europei raccontano che il nostro Paese è il più virtuoso

30/11/2024 di Redazione Giornalettismo

C’è una narrazione che corre libera nelle dichiarazioni degli esponenti del governo e delle autorità: gli italiani, brutti e cattivi, non fanno altro che scaricare illegalmente o vedere illecitamente contenuti protetti da diritto d’autore. Queste dichiarazioni diventano ancora più ardite quando si parla delle partiti di calcio. Ma è realmente così? Secondo un report appena pubblicato da Euipo, l’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale, il nostro Paese è quello in cui i cittadini sono più virtuosi. L’Italia, infatti, è al vertice della classifica per quel che riguarda il numero di accessi a contenuti illegali per utente. Lo scorso anno eravamo secondi (con dati simili), ma ora abbiamo superato anche la Germania. Dunque, quando si parla di lotta alla pirateria andrebbe riconosciuto il comportamento degli italiani.

Lotta alla pirateria, ma è un reale problema italiano?

E, invece, ogni giorni troviamo grandissime dichiarazioni in cui si sostiene il contrario, tanto per esaltare quello sconquassato sistema chiamato Piracy Shield. A proposito, lo sapete che poco prima dell’approvazione della legge che ha portato alla creazione dello scudo anti-pirateria la Commissione UE aveva inviato a tutti i Paesi delle raccomandazioni? E la piattaforma italiana non rispetta in toto quegli accorgimenti, soprattutto per quel che riguarda un aspetto molto importante: l’equilibrio. Sta di fatto, però, che i dati sulla pirateria in Italia (rispetto agli altri Paesi europei) e le altre notizie delle ultime ore confermano che il sistema fortemente voluto dal governo, dalla Lega #SerieA, dalle emittenti e da Agcom, confermano come Piracy Shield sia quasi inutile.

Infatti, l’operazione Taken Down che ha portato all’azzeramento di una rete che coinvolgeva 22 milioni di utenti (tra streaming illegali di film, ma anche di partite ed eventi live) non ha nulla a che vedere con la piattaforma anti-pirateria. Si è trattato di un lavoro approfondito, durato due anni, che ha coinvolto le forze dell’ordine di ben sette Paesi. Senza l’utilizzo di fantomatiche soluzioni non in grado di contenere il problema ed estirparlo alla radice.

Share this article
TAGS