Il complotto sul logo arcobaleno della Lega Serie A che sembra un simbolo massonico

In realtà, non cambia molto (se non lo sfondo, appunto) rispetto al logo più recente del campionato di calcio. Ma, giustamente, si diffonde la notizia soltanto ora che si parla di iniziative pro LGBT

28/06/2021 di Redazione

Ha senza dubbio fatto discutere l’iniziativa della Lega Serie A che, nei giorni scorsi – inseguendo tutti gli altri profili dei massimi campionati europei – ha aggiunto una bandiera arcobaleno dietro all’ultima versione dello stemma che identifica il massimo campionato di calcio in Italia. Qualcuno ha parlato di azione tardiva, rispetto alle polemiche che hanno contraddistinto le partite degli Europei a Budapest, nell’Ungheria di Viktor Orban che più volte ha dimostrato un vero e proprio spregio dei diritti LGBT. In ogni caso, il logo della Serie A è stato modificato, con la conseguente adesione alla campagna. Tutto risolto? Niente affatto: al network di ispirazione sovranista non è piaciuto questo atteggiamento e, allora, sono subito partiti dei paragoni – che, come vedremo, sono totalmente immotivati – tra logo Serie A e massoneria.

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Logo Serie A e massoneria, il paragone complottista che non sta in piedi

Secondo diversi influencer dell’informazione legata alla destra ultraconservatrice in Italia, ci sarebbero delle evidenti somiglianze tra il nuovo logo della Serie A con l’arcobaleno di sfondo e il tradizionale simbolo che contraddistingue storicamente la massoneria, fatto dall’unione di squadra e compasso. 

logo serie a e massoneria

Tuttavia, è opportuno sottolineare come la Serie A non abbia modificato di troppo il suo logo rispetto alla sua ultima versione. Semplicemente, è stato azzerato il contesto di sfondo per essere successivamente sostituito con la bandiera arcobaleno, simbolo distintivo della comunità LGBT. Il logo con la A in evidenza e una sorta di punta di diamante in basso (che, secondo i complottisti, ricorderebbero il compasso e la squadra) risale direttamente al 2019, quando la Serie A decise di rifarsi il look, avvalendosi delle prestazioni dell’agenzia Ragù Communication.

Insomma, ricordarsi adesso – in concomitanza con il lancio di una campagna a favore dei diritti LGBT – di questa presunta somiglianza tra il logo della Serie A e il simbolo della massoneria sembra essere decisamente pretestuoso. Un tentativo di delegittimare una campagna che – vista l’importanza dello sport nella società – è fondamentale per sensibilizzare gli amanti del calcio sulle gravi discriminazioni di cui sono vittime i membri della comunità LGBT.

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