Vanzina e le critiche al suo film sul lockdown: «Non è un film su infermiere scosciate inseguite da erotomani asintomatici»

Lo sceneggiatore attacca chi se l'è presa con il suo ultimo film

20/09/2020 di Enzo Boldi

Non un B-movie, ma lo specchio di una realtà vissuta fino a poche settimane fa. Enrico Vanzina difende a spada tratta il suo ultimo film, «Lockdown all’italiana», che uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 15 ottobre. Il titolo e le tematiche trattate – nel segno della comicità – nella pellicola hanno provocato una sollevazione popolare al grido di: «Non si scherza su un caso così grave come la pandemia». Ma lo sceneggiatore romano risponde agli attacchi.

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«Si sta dando la grancassa a pochi signori codardi dietro profili falsi, mentre il tema vero è il diritto alla commedia, che è sacrosanto – ha detto Enrico Vanzina nella sua intervista a Il Corriere della Sera -. Queste non sono polemiche su di me, ma sul diritto di esistere della commedia. Si tratta di una commedia sulla convivenza forzata, non di un film con le infermiere scosciate inseguite da erotomani asintomatici». Ma di cosa parla Lockdown all’Italiana? È la storia parallela di due coppie, arrivate agli sgoccioli delle rispettive relazione, costrette a condividere lo stesso tetto a causa delle misure adottate per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

Lockdown all’italiana, la replica di Enrico Vanzina

Due temi delicati – la pandemia e coppie costrette a vivere insieme nonostante la fine del loro amore – affrontate con la classica comicità che fa da filo comune a tutti i film di Vanzina. Evento che ha provocato moltissime critiche e attacchi nei giorni scorsi. «Questo è un film buffo e spiritoso su tante situazioni paradossali da lockdown, ma soprattutto è un film rispettosissimo e malinconico – prosegue lo sceneggiatore romano -, che mette a fuoco con delicatezza i problemi che abbiamo vissuto».

Gli attacchi per i temi affrontati

Insomma: da una parte c’è Vanzina che difende il diritto alla comicità e all’ironia; dall’altra le critiche da parte di chi considera sbagliato dedicare una pagina comica a un tema così delicato che ancora non è stato superato dal nostro Paese. Alla fine, come per ogni ‘caso’ cinematografico, sarà il botteghino a dare una reale risposta sull’appeal del film.

(foto di copertina: da locandina di Lockdown all’italiana)

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