Locatelli contro i complottismi sul coronavirus: «In Italia, nessun dato nascosto»

Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico, ha detto la sua sulla situazione della pandemia in Italia e nel mondo. Tornato a Bergamo dopo sei mesi, tra lockdown e impegni lavorativi, ha sottolineato: «Vedo che le ferite non sono ancora rimarginate». A coloro che pensano che in Italia ci siano dati nascosti Locatelli dice: «Di solito io sono moderato, ma in questo caso voglio essere tranchant: in Italia in questo momento non c’è assolutamente nessun dato nascosto. Tutti vengono condivisi».

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Per Locatelli è giusto prorogare lo stato di emergenza

Anche sullo stato di emergenza e sulla proroga Locatelli ha un’opinione precisa, come ha detto ai microfoni di Repubblica: «Io credo che mantenere lo stato di emergenza ci permetta una maggior capacità di essere reattivi, di mettere in atto tutte le misure che servono a gestire adeguatamente la situazione pandemica, dalla quale non siamo usciti, soprattutto nel caso ci fosse una crescita del numero di casi». Sottolineando che si tratta di una decisione politica, il presidente ha ricordato che «se poi tra tre mesi davvero non avremo più malati e il virus si sarà estinto, cosa di cui dubito molto, si è sempre in tempo a cambiare. Non è una scelta scolpita nella pietra».

«Non ne siamo fuori, lo dimostrano i numeri»

L’invito, come sempre, è alla massima prudenza. Il fatto che non siamo fuori dall’epidemia «lo dimostrano i numeri che vediamo ogni giorno, lo dimostrano i cluster che si sono verificati in varie aree, da Mondragone a Palmi, dal Veneto a Bologna. Dobbiamo dare un messaggio forte: ovviamente e felicemente siamo usciti dal quadro drammatico, ma non siamo fuori dal problema epidemia da coronavirus. E ricordiamoci che siamo nei mesi climaticamente favorevoli». Questo è il miglior momento per far sì che i contagi scendano così da tornare nei mesi freddi con una situazione il più possibile sotto controllo. Sul coronavirus il presidente del Consiglio superiore di sanità afferma che «è esattamente lo stesso, ha la stessa patogenicità, però è normale aver casi meno gravi nelle fasi discendenti della curva epidemica. La curva è certamente in flessione ma non tende a zero».

 

(Immagine copertina dalla puntata di Dimartedì del 12/05/2020)

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