Per l’Italia è meglio avere buoni rapporti con l’Egitto piuttosto che la verità su Giulio Regeni
14/06/2018 di Redazione
A ridosso della morte Luciana Alpi, il ministro dell’Interno Matteo Salvini annuncia che le buone relazioni con l’Egitto sono praticamente più importanti della richiesta di giustizia per Giulio Regeni.
La toccante omelia al funerale di #LucianaAlpi: “la richiesta di verità e giustizia per Ilaria e per le altre vicende più recenti, deve essere di tutti, non solo delle famiglie. Trasparenza e speranza con forza interiore decisa e risoluta”. pic.twitter.com/s13DHitojs
— Verità Per Giulio (@GiulioSiamoNoi) 14 giugno 2018
«Vogliamo ricostruire buoni rapporti con l’Egitto», ha dichiarato ieri Salvini al Corriere della Sera. «Io comprendo bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni» ma per l’Italia «è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto».
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Le dichiarazioni del ministro stanno facendo discutere. Perché così facendo la verità sul ricercatore torturato e ucciso a Il Cairo può attendere. Così come Ilaria, giornalista e fotoreporter italiana del TG3, assassinata a Mogadiscio insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin. Per la sua morte mamma Luciana si è battuta in tutti questi anni. Ecco perché oggi pesano le parole del numero uno del Viminale.
Come fanno notare gli attivisti di Amnesty International a Repubblica «da una parte Salvini ritiene che la richiesta di giustizia sia un’esclusiva della famiglia di Giulio e non invece di tutta l’Italia, essendo in gioco la democrazia del nostro paese. E dall’altra passa su un Regime dove ogni giorno spariscono due persone, proprio com’è accaduto a Giulio, e dove tengono in carcere persone come Amal Fathy, moglie del consulente legale della famiglia Regeni al Cairo, Mohammed Lotfy, in carcere da settimane con accuse gravissime e assolutamente non provate».
La posizione di Salvini, tra l’altro, contrasta con quella del presidente della Camera, Roberto Fico, che ha incontrato i genitori di Giulio e l’ambasciatore italiano al Cairo, Gianpaolo Cantini. In quel caso fu promesso il massimo sforzo. Sforzo che Salvini sembra voler impiegare in altre direzioni.