Cosa vuole chiedere Agcom al governo per superare lo stallo su Piracy Shield
Visto il (quasi) raggiunto limite dei Fqdn, secondo l'accordo con gli ISP, l'Autorità vuole avere anche il potere di sblocco per evitare la congestione
27/05/2024 di Enzo Boldi

La legge prevede un solo potere dato ad Agcom. Questo ha provocato una saturazione del sistema e l’imminente impossibilità di ricevere segnalazioni relative alla pirateria (delle partite del massimo campionato di calcio italiano) e di procedere (questo è compito degli ISP, Internet Service Provider) di oscurare IP e domini. Un problema non da poco che entra a gamba tesa su un sistema che ha già provocato molte contestazioni per le sue modalità di azione. Ma l’Autorità intende proseguire secondo quanto indicato dalla normativa italiana vigente, chiedendo al governo di intervenire proprio su quella legge per ottenere non solo il potere di “blocco”, ma anche quello di sblocco, in modo tale da superare alcuni dei limiti nel funzionamento della piattaforma Piracy Shield.
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Nel nostro precedente approfondimento, abbiamo raccontato il problema delle soglie (quasi raggiunte). Stando a un accordo siglato tra l’Autorità Garante per le Comunicazioni (in collaborazione con la Lega Serie A) e gli ISP, si è arrivati quasi al limite massimo nelle segnalazioni e nell’oscuramento dei Fqdn (fully qualified domain name, ovvero quel nome del dominio che permette un’identificazione sicura e univoca di una risorsa presente nella rete). Il sistema, dunque, è quasi completamente congestionato. E sono bastati circa quattro mesi per arrivare a questo punto.
Limiti Piracy Shield, Agcom vuole il potere di sblocco
La fine della stagione calcistica (per quel che riguarda la Serie A), consentirà di avere tempo per ragionare sulle soluzioni. Soprattutto perché gli ISP (coloro che, fattivamente, devono procedere all’oscuramento di IP e Fqdn entro 30 minuti dalla ricezione della segnalazione sulla piattaforma Piracy Shield) non hanno materiale tecnico e umano – soprattutto i più piccoli – per rispondere con celerità a una mole di richieste elevatissima. Dunque, il catalogo dei blocchi è arrivato quasi al punto massimo. Per provare a superare i limiti Piracy Shield attuali – secondo quanto rivelato da Wired -, Agcom potrebbe decidere di percorrere due strade. Entrambe vanno nella direzione di una modifica della legge numero 93 del 14 luglio del 2023.
La prima riguarda un cambiamento nei poteri di Agcom. Al momento, come previsto dalla suddetta norma, l’Autorità Garante per le Comunicazioni ha il potere di bloccare IP e Fqdn. Ma non può sbloccarli in modo automatico. Visto che il proprietario di un dominio bloccato non riceve una notifica, il tempo di 5 giorni per la segnalazione e il ricorso legale (anche perché non tutti quelli oscurati sono realmente colpevoli di aver trasmesso partite in modo illegale), nella “stanza” degli oscuramenti si ritrovano migliaia di indirizzi. Numeri che fanno cumulo e tolgono ossigeno al sistema (oltre a tutti gli altri problemi sulla reale efficacia del tutto).
Dunque, il governo potrebbe concedere ad Agcom anche il potere di sbloccare quei domini bloccati per “errore”, riducendo il volume di IP e Fqdn oscurati. L’altra strada, prevede l’introduzione del concetto di “blocco temporaneo”: una volta evidenziata la violazione da parte di un dominio, si potrebbe oscurare quell’IP per uno (o più) mesi. Il motivo è semplice: chi trasmette partite (o qualsiasi cosa di audio-visivo coperto da copyright) in modo illegale, non torna mai sul “luogo del delitto”. Dunque, una volta oscurato l’IP, i “pirati” ne cercheranno e troveranno altri lasciando vacante quello “originale”.