La cosa che appare più evidente, dopo la decisione del Centrodestra unito che a Palazzo Madama ha deciso di astenersi dal voto sulla Commissione sull’antisemitismo in Italia, è che il tentativo di denunciare una vacua a presunta strumentalizzazione della Senatrice a vita si sia trasformato in un boomerang condito da quella voglia di non deludere una parte del loro elettorato che continua ad ammiccare e a propinare linguaggio a base d’odio e discriminazione. E a confermarlo ci sono le 200 minacce quotidiane che Liliana Segre riceve ogni giorno. Ma questo non è bastato a quei senatori che, oltre a non partecipare al voto, non hanno neanche applaudito la firmataria di questa proposta, rimanendo seduti sui loro comodi scranni ben retribuiti.
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Un gesto che ha provocato tantissime reazioni da più parti e le giustificazioni che i vari esponenti hanno provato a dare hanno prodotto solamente quel fastidioso rumore delle unghie su uno specchio che, in realtà, si era rotto non solo con l’astensione, ma anche con quella decisione di rimanere seduti e inermi nel momento in cui il Senato approvava una commissione atta a stanare e condannare la deriva dell’odio. Ed è questo quel che ha sottolineato anche Alberto Belli Paci in una lettera aperta invitata al Corriere della Sera.
«A voi che non vi alzate in piedi davanti a una donna di 89 anni, che non è venuta lì per ottenere privilegi o per farsi vedere più brava ma è venuta da sola (lei sì) per proporre un concetto libero dalla politica, un concetto morale, un invito che chiunque avrebbe dovuto accogliere in un mondo normale – ha scritto il figlio primogenito della senatrice a vita -, senza sospettosamente invece cercare contenuti sovversivi che potevano avvantaggiare gli avversari politici. A voi dico: io credo che non vi meritiate Liliana Segre!».
Il figlio di Liliana Segre prosegue invitando tutti a guardare quel numero marchiato a fuoco sulla pelle di sua madre. Quel 75190 che le è stato impresso quando era ancora una bambina, rinchiusa in un campo di concentramento con la sola “colpa” di essere ebrea. E la Commissione Segre sull’antisemitismo potrà anche essere simbolica, ma metterebbe in luce atteggiamenti che – contro questo o quell’altro (non solo per quel che riguarda le discriminazioni religiosi) – stanno tornando e si stanno amplificando sui social. Ma, evidentemente, i senatori del centrodestra che accusano gli altri di essere attaccati alla poltrona, hanno il loro fondoschiena ben saldo su quelle comode sedute ideologiche.
(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)