Quelli che, oggi, tirano di nuovo fuori la storia di Lidia Menapace e delle Frecce Tricolori

La morte della partigiana ed ex senatrice è stata di nuovo l'occasione persa per tacere di fronte al lutto

07/12/2020 di Gianmichele Laino

Ci sono momenti in cui quello che bisognerebbe fare è solo tacere. In lutto, di fronte alla morte di una cittadina italiana che ha combattuto nella Resistenza e che ha permesso a tutta la popolazione di poter vivere all’interno di un contesto democratico, al di fuori dei regimi oppressivi. Lidia Menapace è morta all’età di 96 anni, dopo essere stata ricoverata in un reparto Covid. Negli ultimi giorni aveva combattuto contro il virus. Questa mattina, i giornali hanno dato notizia del suo decesso, avvenuto intorno alle tre di notte. E, come al solito, le notizie sono state commentate in maniera ignobile da tante persone che frequentano i social network.

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Lidia Menapace, i commenti alla notizia della sua morte

Oltre a una sterile polemica sul fatto che i giornali riportino la dicitura «morta a causa del Covid-19» (si continua a sostenere che le persone anziane non debbano essere inserite in questa conta proprio a causa della loro età avanzata, una sorta di appendice di negazionismo che francamente risulta davvero preoccupante), il commento che va per la maggiore ricorda Lidia Menapace per il suo rapporto con le Frecce Tricolore, quando – nel 2006 – era diventata senatrice di Rifondazione Comunista.

«Perse il posto perché voleva chiudere un simbolo dell’unità della nazione, le frecce» – si legge in un commento. «Quella che voleva eliminare le frecce tricolori giusto?» – afferma un altro utente dei social network. Polemiche sterili, una dopo l’altra, che non rendono onore e merito a chi, in vita, ha combattuto contro il nazifascismo, si è impegnata nel dibattito pubblico (una delle prime donne a entrare in politica e a ricoprire ruoli istituzionali), è stata una delle voci del femminismo italiano.

La storia di Lidia Menapace e delle Frecce Tricolori

Invece, si ricorda un singolo episodio della sua vita – tra l’altro enfatizzato in maniera negativa, rispetto alla realtà dei fatti e delle parole pronunciate – per dare un giudizio complessivo su un personaggio storico di questa Italia del Novecento che, proprio oggi, in un periodo difficile per la storia del nostro Paese, ci ha lasciato. La storia di Lidia Menapace e delle Frecce Tricolori parte da un’intervista al Corriere della Sera, in cui la neo-senatrice aveva affermato che queste ultime fossero molto costose, sostenute da fondi pubblici e inquinanti. Una riflessione e non certo una richiesta di cancellazione della pattuglia acrobatica. E, dopo una battuta sul vino Tocai, la stessa senatrice aveva rincarato la dose affermando: «Rimango dell’idea che l’immagine dell’Italia nel mondo potrebbe essere meglio rappresentata per le eccellenze che potremo esibire nel campo della sanità, della salute, della parità uomo-donna, dei trasporti efficienti».

Una posizione che rientra nella sua ideologia pacifista e che oggi viene nuovamente tirata fuori per dare una sorta di minus alla notizia della sua morte. Dinamiche della rete.

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