L’«inclusività» al liceo Manzoni che ammetterà solo chi ha voti alti, con precedenza a chi vive in zona 1 a Milano

Le regole di ammissione sono state approvate in virtù dell'emergenza coronavirus

25/10/2020 di Redazione

Il liceo Manzoni di Milano è stato – tra gli altri – anche la scuola di Matteo Salvini. Dal prossimo anno, potrebbe diventare soltanto un istituto d’élite, per studenti con la media molto alta e che provengono in prevalenza dal centro storico del capoluogo lombardo. Perché? Dietro all’emergenza coronavirus si spiega la ratio (chiamiamola così) di una proposta che è stata approvata dal consiglio d’istituto con 15 voti a favore e 4 contrari.

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Liceo Manzoni, le nuove regole d’ammissione

Nel prossimo anno scolastico, viste le norme sul distanziamento sociale, l’ambito liceo milanese potrà formare solo otto classi prime e per questo ha imposto delle regole più stringenti per l’ammissione. Si accederà al liceo Manzoni soltanto con la media del 9 o del 10 in italiano, matematica e inglese e saranno preferiti – in graduatoria – quegli studenti che provengono dalla zona 1 di Milano, ovvero quella del centro storico dove ha sede il liceo.

Una misura che non è per nulla inclusiva e che trova la strada più semplice, probabilmente, per risolvere la questione delle richieste maggiori rispetto ai posti disponibili, dimezzati a causa della pandemia. Non investimenti per trovare nuovi spazi, insomma, ma riduzione degli stessi con scelta ponderata degli alunni (‘meritocratica’ e ‘georeferenziale’).

Ovviamente, queste misure sono state immediatamente censurate dalle associazioni degli studenti medi, che hanno dato vita a una protesta nell’ultimo giorno di scuola in presenza prima della didattica a distanza previste dalle nuove ordinanze (sia regionali, sia l’eventuale dpcm preparato dal presidente del Consiglio). Una protesta supportata anche dal consigliere del Municipio 1 di Milano che ha affermato – in un post molto condiviso sui social network – che il Manzoni era da sempre stato un luogo di incisività nel centro di Milano, accogliendo studenti che arrivavano da tutti i quartieri e anche dalle periferie: «La situazione della scuola pubblica è ora più difficile che mai – scrive -, ma a pagare non possono essere gli studenti e le studentesse. Fanno bene gli studenti a protestare. Salvate il vostro Liceo! Un liceo deve servire a farti diventare bravo a scuola, non a escludere chi lo è di meno!».

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