Li Wenliang, il dottore che per primo parlò del Coronavirus e venne punito da Pechino, è ora stato contagiato

Li Wenliang è stato il primo a parlare del Coronavirus. Lo fece in una chat con degli amici per avvertire di questo paziente che aveva contratto il virus, dicendogli di stare attenti. Una conversazione che non era sfuggita agli occhi onnipresenti del governo cinese che lo aveva subito interrogato. Pur chiudendo il mercato da cui si diffuso il virus, il medico venne screditato e obbligato a firmare un “mea culpa” in cui ammetteva di aver diffuso notizie allarmanti nel web. ora l’uomo è ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Whuan.

Li Wenliang, il dottore che per primo parlò del Coronavirus e venne punito da Pechino, è ora stato contagiato

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Era dicembre quando Li Wenliang parlò con i ex compagni della scuola di medicina su WeChat, l’app di messaggistica usata in Cina, di sette pazienti messi in quarantena con un virus simile a quello della Sars. Il medico 34enne di Whuan aveva suggerito agli amici di avvertire i loro cari privatamente, ma nel giro di poche ore gli screenshot della conversazione divennero virali, senza nascondere il suo nome, Wenliang è quindi stato chiamato dalle autorità per essere interrogato. «Quando li ho visti circolare online, mi sono reso conto che era fuori dal mio controllo e probabilmente sarei stato punito» ha dichiarato il dottore di Whuan alla Cnn che è riuscita a intervistarlo. E non aveva torto: Wenliang infatti è stato accusato di diffamazione da parte della polizia di Wuhan, che nel frattempo aveva fatto chiudere il mercato dal quale si è diffuso il Coronavirus. Non solo, ha dovuto firmare una dichiarazione  riconoscendo il suo reato e promettendo di non commettere ulteriori «atti illeciti». Il 1 ° gennaio infatti la polizia di Wuhan ha annunciato di aver «adottato misure legali» nei confronti di otto persone che recentemente avevano «pubblicato e condiviso voci in rete» sulla malattia simile alla polmonite e «causato effetti negativi sulla società». «La mia famiglia si sarebbe preoccupata terribilmente per me se avessi persola libertà per alcuni giorni», ha scritto su WeChat alla CNN: il medico infatti  tossiva troppo e respirava troppo male per riuscire a parlare al telefono.

Dopo aver avvertito i suoi amici e, involontariamente, il mondo intero del Coronavirus, Li Wenliang ora rientra nel conteggio dai contagiati. Dopo aver inconsapevolmente trattato un paziente affetto dal virus il 10 gennaio, ha cominciato ad avere una forte tosse, e il giorno successivo aveva già la febbre, le sue condizioni si sono via via aggravate: dopo essere stato ospedalizzato il 12 gennaio, il primo febbraio è risultato positivo al coronavirus.

(Credits immagine di copertina:  Twitter)

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