L’insostenibilità della Dad spiegata punto per punto in una lettera degli studenti delle superiori

Gli studenti di una scuola in provincia di Mantova hanno scritto un testo per spiegare dettagliatamente quei problemi pratici che solo chi vive la Dad può sapere

11/01/2021 di Ilaria Roncone

Mentre a Roma viale Trastevere è stato chiuso per la mobilitazione di oggi degli studenti contro la Dad, l’agitazione riguarda tutte le regioni. In redazione abbiamo ricevuto la lettera degli studenti del Falcone di Asola in provincia di Mantova. Agendo come scuola, i ragazzi hanno deciso di farsi sentire concretamente, spiegando perché la Dad viene ormai considerata insostenibile a dieci mesi dall’inizio della pandemia. Il testo, inviato alla nostra redazione, verrà condiviso anche con la regione Lombardia.


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Lettera studenti Dad: «Disagio, frustrazione, inefficacia della Dad»

Parlano di «disagio e frustrazione causati dal continuo rinvio dell’inizio delle lezioni in presenza», i ragazzi del Falcone di Asola, spiegando per filo e per segno quei disagi che solamente chi li vive può rendere pienamente a parole. La critica che da il via al testo è mossa al poco preavviso con cui le comunicazioni vengono fatte in merito alla questione e sull’inefficacia a lungo termine della Dad, che poteva essere una soluzione nei primi tempi ma che ora non funziona più. In particolare, gli studenti delle superiori sono in Dad al 100% da novembre con la promessa che il ritorno tra i banchi sarebbe avvenuto il 7 gennaio, «seppur in percentuale» e con «condizioni idonee affinché potesse essere ripresa la didattica in presenza in sicurezza».

La lista dei problemi in Dad

Sono quattro i punti in cui i ragazzi, nella loro lettera, hanno scelto di riassumere efficacemente le problematiche relative alla didattica a distanza:

  1. «Organizzazione inefficace, soprattutto dal punto di vista della comunicazione, poiché come detto in precedenza, i tempi con i quali veniamo informati delle decisioni sono inadeguati per una buona istruzione». Questo si riflette, a livello pratico, soprattutto su interrogazioni e verifiche: «ogni qual volta che vengono pianificate verifiche ed interrogazioni con le corrispondenti ore di studio, una notizia dell’ultimo momento sovverte tutto quanto e dunque l’impegno sia degli insegnanti che degli studenti sfuma nel nulla»;
  2. «Prova di maturità: come maturandi non ci sentiamo tutelati poiché a causa dell’anno scolastico trascorso quasi totalmente online, non ci reputiamo pronti a sostenere un esame che sia equipollente a quello degli anni precedenti», soprattutto per quanto riguarda «i propri apprendimenti e la propria capacità di collegare ed esporre le proprie conoscenze». C’è anche il problema, quasi mai menzionato, dell’orientamento universitario: «Ci sentiamo dunque impreparati anche per quanto riguarda questa scelta, di fondamentale importanza, che a breve dovrà essere presa»;
  3. Lo «stress psicofisico» causato dalla Dad, sommato a quello dovuto al fatto che «gli studenti sono stati privati delle ore essenziali di attività fisica e socialità, questo ha danneggiato ulteriormente il loro benessere».
  4. Tutti i problemi relativi al «trasporto pubblico» con la critica diretta a governo e regioni che, pur avendo avuto il tempo per adeguare il trasporto pubblico alla situazione, nella stragrande maggioranza dei casi non hanno provveduto;
  5. «Scuola online non equivale alla scuola in presenza: alcuni studenti hanno difficoltà ad apprendere tramite la DAD e il programma scolastico che si esegue non equivale a quello che viene svolto in presenza. I professori sono infatti costretti a sacrificare parti importanti del programma al fine di adattarlo e renderlo quanto più fruibile per questo nuovo metodo di insegnamento».
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