Dad, i «ragazzi di Greta» che vogliono fare lezione fuori dal web

Abbiamo intervistato la portavoce del gruppo La Scuola che vogliamo - Scuole Diffuse in Puglia per capire cosa succede alla scuola pugliese, italiana e per capire in che direzione stanno andando i ragazzi

17/11/2020 di Ilaria Roncone

La dad non è la soluzione. Si moltiplicano sempre di più i movimenti e le associazioni create dagli studenti più grandi – School for Future – e dai genitori dei bambini e dei preadolescenti che vivono la scuola non solo come momento di apprendimento ma anche come momento di socialità. Una socialità che – come sottolinea la portavoce del gruppo “La Scuola che vogliamo – Scuole Diffuse in Puglia” Terry Marinuzzi -per alcuni studenti delle scuole pugliesi manca addirittura dallo scorso marzo poiché il ritorno tra i banchi non c’è mai stato a causa delle elezioni e a causa dei lavori nelle scuole che non sono mai finiti.

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Le alternative sicure alla Dad ci sono

«I ragazzi di Greta hanno concluso una drammatica verità: nel nostro paese le future generazioni non vengono messe al centro della scelta politica»: questa la testimonianza di chi ha scelto di farsi portavoce delle famiglie pugliesi – e non solo – che vorrebbero solamente «essere coinvolte per capire la mancata tenuta del sistema sanitario e concordare una chiusura delle scuole per un breve periodo impegnandosi insieme alle istituzioni per garantire i diritti di bambini e ragazzi». Come viene fatto in Europa – «dove per la scuola dell’obbligo la didattica in presenza è garantita e, se si chiude, è fatto basandosi su un piano che mette al centro bambini e ragazzi» – anche in Puglia e in Italia ci sarebbero modi alternativi alla Dad: «Per i bimbi più piccoli c’è l’educazione parentale quando i genitori sono a casa, per i più grandi è possibile una dad che tuteli le relazioni. Si possono fare lezioni con 2, 3 o 4 ragazzi dello stesso quartiere che si riuniscono per seguire insieme le lezioni a casa delle famiglie. Parlando nello specifico della Puglia e dei posti in cui il clima lo permette ci sono anche percorsi di educazione in natura. In conclusione: la comunità si tiene insieme a scuola, non a casa». La soluzione è dare «maggiore autonomia scolastica perché ogni preside, in base al proprio territorio, possa insieme al sindaco lavorare affinché la singola comunità possa occuparsi dei bisogni educativi didattici dei minori».

L’aumento della dispersione scolastica

I ragazzi vogliono tornare a scuola e lo manifestano fuori dal web, unendosi davanti ai loro istituti per fare lezione rispettando le norme di distanziamento ma stando tutti insieme. Ci sono realtà del nostro paese in cui i dati Invalsi restituivano una dispersione scolastica già altissima lo scorso ottobre 2019 – in Puglia tra il 26% e il 27%, in Campania, Sardegna e Sicilia fino al 30% – e la situazione con la dad è peggiorata considerando che secondo uno studio di agosto 2020 il 68% dei territori in Puglia non è fornito di rete. La dad fatta in questo modo, quindi, non fa altro che aumentare il dato della dispersione scolastica in territori già sofferenti in questo senso, luoghi in cui le famiglie si sono organizzate e chiedono solamente di poter partecipare all’organizzazione dell’insegnamento ai bambini e ai ragazzi in tempi di pandemia.

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