Per Emiliano i genitori non devono mandare i figli a scuola

Il Tar sospende l'ordinanza di chiusura delle scuole e Michele Emilano si appella a genitori e pediatri, non prima di aver mandato una frecciata alla ministra Azzolina

09/11/2020 di Daniele Tempera

Non si arresta lo scontro istituzionale tra stato centrale e regioni. E il protagonista, anche questa volta, è Michele Emiliano che, in contrasto con Roma, aveva già introdotto la didattica a distanza anche per le scuole primarie con un’ordinanza molto contestata che ora viene sospesa dal Tar Regionale che ha obbligato, dopo giorni di polemiche, la Regione alla riapertura delle scuole. Una misura che non è andata giù al Governatore, che rinnova la polemica con la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.

«Il mio provvedimento è stato reso necessario ed urgente dall’elevato numero di studenti, insegnanti, personale scolastico e loro familiari contagiati e posti in quarantena, che ha determinato una situazione di rischio epidemiologico elevato. Parliamo di migliaia di persone», ma le precisazioni non si fermano certo qui e mirano alle polemiche innescate da Lucia Azzolina in merito alla decisione del Governatore.

«Come si può da parte di un ministro preannunciare con un comunicato stampa, senza anticipare alcuna motivazione, una richiesta di modifica o ritiro di un provvedimento urgente emesso da un presidente di regione con grande sofferenza e rispetto verso il mondo della scuola al solo fine di prevenire ulteriori contagi?» si chiede Emiliano

Una posizione che il governatore pugliese ribadisce anche oggi, giorno della ripresa delle lezioni in presenza per effetto della sentenza del Tar: «Faccio mio l’appello dei pediatri: evitate di mandare i bambini a scuola in presenza, questo è più sicuro sia per i bambini che per la salute pubblica. Scegliete, se possibile, la dad, e da casa – sia pure con tutti i limiti – cercate di fare il possibile, fino a quando i dati epidemiologici non scenderanno- ribadisce Emiliano che lancia poi una stoccata- Se la dad non funziona bene, è il diritto allo studio di quelli che sono in quarantena a non essere garantito. Quindi la dad va realizzata, fare questa polemica significa polemizzare contro una scelta legittima che la stessa scuola ha fatto». Parole destinate a far discutere e a far salire, ancora una volta, la temperatura fra Governo e Regioni.

 

 

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