La rivolta degli artisti contro Lensa AI e le app che sfruttano le opere senza consenso

Prendere le opere di artisti e darle in pasto agli algoritmi di app come Lensa AI è stato classificato come pratica predatoria e sui social se ne sta discutendo parecchio

09/12/2022 di Ilaria Roncone

Esplode un trend – in questo caso quello di pagare per avere un set di 50 foto generate tramite intelligenza artificiale a partire da una serie di nostri selfie – e tutti aderiscono. I feed di Instagram e di TikTok – prima negli Stati Uniti, ora anche in Italia – si sono ormai riempiti di versioni artistiche dei nostri volti, disegni generati in venti minuti dall’intelligenza artificiale di Lensa AI che però – come abbiamo approfondito intervistando il ricercatore e artista Mathew Dryhurst – sfrutta il lavoro di artisti in carne ed ossa senza avere senza il loro consenso. Delle vere e proprie pratiche predatorie, quindi, che molti di coloro che si sono visti derubare della propria arte a tale scopo – e, più in generale, persone interessate al diritto d’autore delle opere artistiche – hanno iniziato a segnalare.

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Le pratiche predatorie dell’arte di Lensa AI e di altre app come questa

La comunità degli artisti (e non solo) ha iniziato a discutere della questione, dall’ambito etico a quello dello sfruttamento di opere senza consenso – appunto – e sono molti i nomi, anche celebri, che si stanno spendendo per la causa: Greg Rutkowski – celebre per l’inconfondibile stile con cui disegna i suoi draghi e le cui opere vengono date in pasto all’intelligenza artificiale di questa o quella applicazione per generare arte già da diverso tempo, come ha più volte denunciato lui stesso -; Karla Ortiz, che ha disegnato moltissime illustrazioni celebri (compreso Doctor Strange) e che, dopo aver trovato le sue opere sfruttate in questo modo, ha deciso di battersi per i diritti degli artisti.

I nomi sono molti, tra chi si spende per la causa pubblicamente e chi rimane nell’ombra, e la questione di fondamentale importanza con cui gli artisti si trovano a fare i conti è venire derubati di opere d’arte che possono richiedere anche ore per essere realizzate affinché vengano date in pasto a un algoritmo capace di generare 50 immagini in soli 20 minuti.

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