Ancora una volta è la Francia che si preoccupa degli effetti di Big Tech sulle nostre vite: la proposta di limitare lo sharenting

La condivisione di foto di minori sui social network, che varia a seconda della notorietà del profilo interessato, può causare problemi psicologici che il minore, una volta adulto, dovrà gestire

09/03/2023 di Gianmichele Laino

Non abbiamo ancora la riprova pratica di un problema che, al momento, può essere soltanto intuito in maniera predittiva. Non ce l’abbiamo perché le generazioni di minori che, attualmente, sono oggetto di esposizione mediatica sui social network non hanno ancora quell’età anagrafica nella quale si potrebbero manifestare gli effetti di questa stessa esposizione. Da quando – dal 2016 circa in poi, con la sempre maggiore pervasività dei social network nelle nostre vite offline e con il boom dell’influencer marketing  – postare foto di minori è diventato un qualcosa all’ordine del giorno, è difficile trovare qualcuno dei soggetti più coinvolti nelle foto che sia già diventato maggiorenne: probabilmente sarà un problema generazionale che verrà evidenziato più in là negli anni. Ma c’è chi, in Francia, si sta già ponendo il problema. E il fenomeno dello sharenting, ovvero la tendenza dei genitori di pubblicare foto di minori sui social network, potrebbe essere disciplinato per legge.

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Legge sullo sharenting in Francia, cosa prevede la proposta

La proposta è stata avanzata dal deputato Bruno Studer, che fa parte del gruppo politico del partito di Emmanuel Macron, già nel mese di gennaio. Limitare lo sharenting, secondo il deputato, garantisce il rispetto dei diritti all’immagine dei bambini. La proposta di legge si basa su uno studio che dovrebbe far riflettere: in media un bambino compare, prima dei 13 anni, in almeno 1300 fotografie pubblicate online. Il numero di fotografie, chiaramente, aumenta se queste ultime dovessero essere pubblicate da personalità influenti che hanno vasta visibilità sul web. L’Osservatorio sulla genitorialità e l’educazione digitale, in un recente report del mese di febbraio, ha indicato nel 53% dei genitori francesi la pubblicazione di immagini dei propri figli e la quasi totalità di questa porzione di pubblico (il 91%) lo ha fatto prima che i bambini raggiungessero i 5 anni d’età.

La proposta di legge che è stata avanzata in Francia, in realtà, parte da un presupposto non scontato: mentre il primo impatto che gli osservatori mettono in evidenza è quello della circolazione che potrebbe favorire la pedopornografia, in realtà il deputato di En Marche Bruno Studer sottolinea come siano gli effetti psicologici sul lungo periodo il vero problema dello sharenting, derivanti dalla violazione della privacy dei minori. Un qualcosa di cui, magari, non ci si rende conto nell’immediato, ma che potrebbe essere rilevante, per il minore stesso, una volta che quest’ultimo abbia raggiunto la maggiore età.

Si tratta di un effetto che si inizia a vedere già in fase adolescenziale: secondo un sondaggio di Microsoft condotto nel 2019 (anche su questo si è basata la proposta di legge), il 40% degli adolescenti intervistati ritiene di essere stato esposto in maniera eccessiva e in momenti particolarmente intimi e imbarazzanti dai propri genitori.

La legge sulla limitazione dello sharenting punta a proseguire il lavoro fatto già qualche anno fa dall’assemblea legislativa francese: in ambito commerciale, questa legge cercava di limitare l’utilizzo delle immagini di minori di 16 anni per sponsorizzare dei prodotti sui social network. Ma lo sharenting è un fenomeno molto più ampio, che non riguarda soltanto le abitudini di consumo: insomma, non bisogna essere per forza influencer per cercare il consenso della community dei social network attraverso la pubblicazione delle immagini dei bambini sulle piattaforme.

Cosa prevede, nello specifico, il testo della proposta di legge

Il testo è stato discusso a partire dalla giornata di lunedì dall’Assemblée Nationale e, quindi, è ancora in fase di definizione. Tuttavia, la pubblicazione indiscriminata delle foto dei minori, soprattutto se non concordata nella coppia di genitori, potrebbe portare a limitazioni della potestà genitoriale. Queste limitazioni, tuttavia, non sono state ancora esplicitate. Il testo – su cui ci si attende un’ampia condivisione – punta a sensibilizzare le famiglie sulla responsabilità della condivisione dei dati e delle immagini dei propri figli.

Infatti, è all’interno di questa legge – se approvata – che si introdurrà il concetto di privacy applicato ai doveri della potestà genitoriale. Inoltre, verrà stabilito che il diritto all’immagine dei minori deve essere garantito da entrambi i genitori, ricordando i principi della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia per quanto riguarda l’esposizione pubblica dei minori. La legge avrà lo scopo di dare il potere ai giudici di vietare la condivisione dell’immagine di un minore senza il consenso di entrambi i genitori (e questo varrà anche per sanare delle dispute interne alla famiglia, nel caso in cui solo uno dei due genitori avesse pubblicato una foto sui social senza il consenso dell’altro).

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